PISTOIA. Ancora una settimana, poi, la mostra di Francesco Barbieri se ne andrà altrove, a cercare altri consensi. A Pistoia, dove espone da una settimana in via Carducci, nel Peekaboo Tattoo Gallery, di Gigi Fagni e Rino Valente, alcova dove trova posto anche lo studio pittorico di Daniele Capecchi, ieri sera, a movimentare altrimenti una serata destinata alla domenica sera, una video installazione di un metropolitano acquisito, che ha proposto al pubblico Mai Mai Mai, un triangolo equilatero, ma forse più isoscele, di bombardamenti claustrofobici, iniettati dalla pesca di pesce spada nelle stagioni più calde tra le cose siciliane e quelle calabresi, dove Berlusconi e Renzi, prima o poi, il ponte ce lo faranno.

 

Torniamo al distico e ci soffermiamo sui quadri: violentissimi, inanimati, popolati soltanto da binari, smog, solitudine, colori sparati con idranti, scambi, coincidenze, fili dell’alta tensione, stazioni deserte, popolate da zombie's in cerca di identità o da esseri terrorizzati dall’essere invasi da alieni. Sono quadri che raccontano un passaggio: di pendolari, di gente sprovvista di biglietto, di vagoni merci, trasformati, nell’occasione, in trasporto di uomini di poco conto, gente destinata al macero, al dimenticatoio, al nulla. In questi sette giorni che seguono, di ritorno dai vostri piccoli stratagemmi per sopravvivere, passateci da via Carducci e fermatevi a guardare i dipinti di Francesco Barbieri: verrete ulteriormente appesantiti dalla vostra condizione infelice, ma vi potrete illudere che in un qualsiasi centro abitato, un treno, stia aspettando proprio voi, per partire.

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