di Rachele Vannelli
TUTTO MOLTO BELLO, ma i pistoiesi dov’erano? Capiamo bene che la giornata non fosse delle migliori dato il maltempo perdurato tutta la notte e che ha continuato nella mattinata, però è sempre domenica; qualcuno sarà pure uscito per una briosche e un cappuccino, no? Eravamo a Pistoia, nel cuore della città, in piazza del Duomo. Nell'atrio del Tribunale, dove si è svolta l’inaugurazione della collettiva Artisti per Pistoia, promossa dall’Associazione Toscana Cultura. L’evento prevede l’esposizione di circa cento quadri di altrettanti artisti locali e non, che espongono per omaggiare la Capitale della Cultura. All’evento hanno partecipato quasi tutti gli artisti, qualche addetto ai lavori e il neosindaco della città, nella doppia veste di primo cittadino e assessore alla cultura. Questo della totale latitanza degli indigeni è un ulteriore campanello d’allarme che dimostra la grande lontananza fra i pistoiesi e l’arte, che dovrebbe essere propulsore della cultura della nostra città, se non del nostro Stato.
Appena entrati all’interno dell’atrio del Tribunale ci siamo sentiti rapiti da tutte le tracce storiche leggibili dal soffitto fino al pavimento ed è come se fossimo tornati indietro nel tempo. Spostando lo sguardo abbiamo finalmente visto la mostra, una mostra di arte contemporanea in un luogo che di contemporaneo ha ben poco e abbiamo subito pensato che fosse fantastico unire in questo modo il passato con il presente per scrivere insieme un futuro. Ma guardando meglio lo spazio espositivo risultava costrittivo in relazione al numero delle opere esposte e la gente si accalcava davanti a quest’ultime rendendone impossibile la loro visione. Nel momento in cui era possibile vederne una, poi, un'ulteriore delusione arrivava all’osservatore; le opere erano dislocate su griglie da cantiere, traballavano e mancavano di descrizione degli artisti. Poteva pure essere una buona idea sfruttare la griglia per dare un tocco contemporaneo, un contrasto voluto nei confronti della struttura, ma tutto pareva stonare. Si poteva abbinare con le opere concettuali, di materiali poveri o industriali, ma certamente cozzava con le raffigurazioni paesaggistiche e le varie nature morte. Inoltre, tutti parlavano del catalogo e abbiamo pure visto qualcuno stringerlo tra le mani, ma durante l’ouverture non è stato possibile acquistarlo, né consultarlo. Al già notevole disappunto, si è poi aggiunta la ciliegina sulla torta; il discorso del Sindaco, al quale probabilmente si saranno infiammate le corde vocali dato che non aveva a disposizione un microfono e per quelli come noi, sfortunati a piazzarci lontani, non è stato possibile coglierne gli aspetti. Si sa: l’arte contemporanea, delle volte, è letta maldestramente, spesso come linguaggio incomprensibile, diversa, addirittura aliena. Se accantoniamo tutto il contorno decisamente non all'alteza e ci concentriamo sulle singole opere e sulla vita degli artisti che le hanno messe alla luce, possiamo, inderogabilmente, apprezzare il loro lavoro. Parlando con qualche espositore infatti, ci siamo soprattutto sentiti coinvolti nella loro arte, di aver compreso la scelta di un determinato materiale piuttosto che un altro e di aver letto grazie alle opere una parte della loro esistenza. La cosa che ci ha più piacevolmente sorpresi è stata la voglia degli artisti di darsi una possibilità in una realtà che spesso chiude le porte in faccia a ciò che risulta diverso. Le opere resteranno a disposizione fino al prossimo 24 settembre, giorno nel quale l'organizzazione chiuderà i battenti sullo spettacolo della compagnia teatrale Mald'estro: andateci a vederle, queste raffigurazioni e soprattutto ditelo ai vostri vicini di casa; a Pistoia c'è un sacco di movimento!