di Simona Priami

BOLOGNA. C’è tempo fino al 13 marzo per visitare a Palazzo Albergati, a Bologna, Lo sguardo nell’anima, la splendida mostra dedicata a Giovanni Boldini e i suoi contemporanei. Il maestro ferrarese rappresenta un modello di eleganza e originalità, un punto di riferimento per l’arte tra ‘800 e inizi del ‘900. Riconosciuto dalla critica solo successivamente, Boldini eccelle nella ritrattistica, soprattutto femminile, ed è celebre per la sua innovativa pennellata anticipatrice del futurismo e capace di comunicare un senso di movimento e di dinamicità. La mostra propone opere fondamentali nel percorso formativo dell’artista e riesce a dare una visione globale della sua complessa biografia, soffermandosi nei punti salienti quali i viaggi, gli spostamenti e gli incontri importanti. Lo spettatore si immerge anche nel fantastico, luminoso e lussureggiante mondo della Belle Epoque, periodo ricchissimo di idee e fermenti culturali. Giovanni Boldini va a vivere a Firenze nel 1864 e qui entra in contatto con i Macchiaioli; nel 1871, dopo numerosi soggiorni tra Ferrara, Francia e Inghilterra, si trasferisce definitivamente a Parigi, dove vive a nel quartiere di Pigalle, con Berthe, modella e amante, musa ispiratrice, figura fondamentale per il suo percorso artistico.

Parigi era allora vivacissima, popolata di giorno e di notte da tutte le categorie e i ceti sociali, umanità eterogenea dove gli artisti potevano trovare materiale e dare sfogo al loro ribelle anticonformismo. Ricca di quartieri dove la trasgressione era evidente, la Ville Lumière era il luogo più adatto per uno stile di vita bohémien, ma soprattutto per chi aveva idee e voglia di cambiamenti rivoluzionari. Gli ultimi ritratti di Berthe sono del 1880; Boldini ha già intrapreso una nuova relazione con Gabrielle, moglie del conte Constantin de Rasty; una relazione torbida che vede la donna ritratta dall’artista in atteggiamenti per l’epoca disinibiti, lussuriosi, palesemente sensuali, estremamente passionali. Bella, ricca, nobile, elegante e sposata, la nuova musa porta l’artista a una nuova interpretazione della figura femminile, descritta senza censure, senza pudore, nel vortice della passione (La contessa de Rasty e La contessa de Rasty sul divano 1878 – 1879, entrambi olio su tela). Boldini, non di piacevolissimo aspetto, un metro e cinquanta di altezza, sembrava avere un particolare fascino con le proprie modelle, un magnetismo unico, una dialettica accattivante che portava a disinibire le donne, anche le più fredde e acide, a far cadere gli ultimi pudori e le inutili convenzioni sociali; le sue muse si sentivano così libere di esprimere i loro desideri più intimi, le passioni più sotterranee, i segreti più accattivanti, diventando creature misteriose, delicate, eleganti, ma capaci di mostrare anche il loro lato più intimo, ancestrale e profondo; le modelle del maestro, grazie alle sue pennellate, in un’epoca ancora difficile per loro, si sentivano soprattutto emancipate. Amante e seduttore, ma non solo, l’italiano ha anche una forza prorompente, un desiderio di approvazione e di successo, sfonda quelle ridicole barriere sociali che non gli avrebbero mai consentito di rappresentare la relazione con la contessa de Rasty senza veli (La contessa de Rasty coricata 1880; La contessa de Rasty a letto 1880). Interessantissimi anche i ritratti a donne o personaggi sconosciuti, il visitatore rimane colpito dal gesto quotidiano e slanciato in Dopo il bagno, o la malizia in Nudo di giovane seduta, come i ritratti di donne famose, attrici, cantanti, principesse. Nel rappresentarle, Boldini usa sempre la sua pennellata allungata e le dipinge sempre con sfumature maliziose o passionali, in pose plastiche e con maniacale attenzione nella descrizione dell’abito, spesso elegante ed elaborato.  La mostra presenta anche opere di altri artisti, quali Vittorio Corcos, capace di richiamare in modo eccellente il gusto liberty del tempo. I suoi ritratti femminili presentano una donna bellissima, elegante, sdolcinata, accattivante, ma non ancora del tutto senza veli, come se le sue muse volessero esprimere tutta la loro libertà ma non potessero ancora farlo.

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