di Simona Priami

VIAREGGIO (LU). Sappiamo tutti che la vita è fatta, come diceva Umberto Saba, anche di cose leggere e vaganti, di fantasia e trasgressione, di momenti voluttuosi e effimeri; esiste un aspetto allegro e colorato, fatto di feste, magia, fate e folletti, maschere e momenti di evasione. Tutto questo groviglio di emozioni possiamo percepirlo profondamente nella prima parte del nostro percorso (la mostra resterà aperta al pubblico fino al prossimo 15 ottobre), dove sono esposte le opere vincitrici del premio Carnevalotto, nato nel 1987 per omaggiare gli artisti che si sono maggiormente distinti nell’interpretazione del famoso carnevale. Tra i principali, scelti per questo prestigioso riconoscimento ricordiamo Giò Pomodoro, Giosetta Fioroni, Piero Dorazio, Pietro Cascella, Igor Mitoraj, Antonio Possenti. Salendo al secondo piano, il Gamc offre al visitatore la Collezione Giovanni e Vera Pieraccini dove è possibile vedere tutte le opere che il Parlamentare della Repubblica ha raccolto in tutta la sua vita. La sua passione per l’arte è confermata dal percorso che vede nomi quali Giorgio De Chirico, Gino Severini, Juan Mirò, Afro, Paul Delvaux, Alberto Burri, Enrico Baj, Pablo Picasso, Giò Pomodoro, ricordiamo inoltre che la collezione vanta una quantità elevata di opere, più di duemila. Su quella duna il poeta giura che, ritornando, riconoscerà lo stampo del suo tallone, parole di Lorenzo Viani (1882 - 1936), famoso artista espressionista viareggino, su Gabriele D’Annunzio (1863 - 1938) uno dei principali poeti del ‘900, autore inoltre di romanzi, racconti, opere teatrali. Con tale citazione arriviamo alla mostra attualmente in corso nel famoso complesso viareggino, un doppio lavoro che vede Gabriele D’Annunzio a Viareggio e Lorenzo Viani al Vittoriale degli italiani per mettere in evidenza le due personalità complesse, tormentate, curiose e amanti della vita e della realtà, in un periodo storico innovativo e tempestoso. I due famosi personaggi, lo scrittore e l’artista, si ammiravano, erano amici, fu un felice e produttivo incontro. D’Annunzio amava moltissimo la Versilia dove soggiornò con la sua musa, l’attrice Eleonora Duse. La Versilia, nella sua nuda purezza, fu fonte di ispirazione; a questo proposito ricordiamo la sua più importante raccolta, Alcyone, con la famosissima Pioggia nel Pineto, il panico metamorfico abbraccio dei due amanti nella famosa pineta versiliese. Siamo in un territorio puro che allora vedeva i primi turisti e i lavoratori, contadini e pescatori, vincolati a una dura realtà che va dal porto alle cave. Il 14 Luglio 1907 un importante avvenimento segna la Versilia: l’esplosione del Promethee, un nuovo esplosivo per squarciare un monte apuano. Il tutto aveva come obiettivo aprire una nuova cava. Gabriele D’Annunzio doveva accendere la miccia, un invidiatissimo incarico prestigioso che doveva essere effettuato nella celeberrima cerimonia che vedeva presenti tutte le massime celebrità del tempo, prefetti, scultori, pittori, cavalieri, commendatori e chiaramente il grande Lorenzo Viani. Qui inizia la conoscenza e la reciproca ammirazione tra i due artisti di cui la mostra vuole omaggiare la personalità e l’impronta che hanno lasciato nel secolo breve. Il visitatore si immerge così nelle opere di Viani, dipinti e xilografie, negli appunti di Gabriele, in tutti i suoi amati oggetti; vengono esposti i suoi abiti, le scarpe e gli stivali, le foto, i profumi che il poeta stesso produceva con le caratteristiche ampolle. La mostra ripercorre così i punti fondamentali della vita del poeta, dalla quotidianità al volo su Vienna. Gabriele D’Annunzio, amante della bellezza, ne ha fatto una ragione di vita; venne definito spesso camaleonte in cui l’aspetto diventava sostanza.

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