di Adriana Casalegno
FIRENZE. Ci sono spazi che aggregano; il Teatro Florida ė tra questi. Siamo a vedere: Spezzato è il cuore della bellezza. Scena essenziale: due pedane, ognuna con un panchetto. Due luoghi per due donne. Alle spalle una tela, la skenè dietro cui cambiare le vesti e cambiare il personaggio. Sulla parete, in fondo, un cuore al neon, colorato, spezzato. Buio, rumore di tacchi pesante. Luce, Serena Balivo ė seduta a sinistra, indossa un cappotto e stivaletti scuri. Una donna trascurata, ancora combattiva. La voce rauca, il volto teso, quasi deformato per il dolore. Inizia il racconto con le parole dell'uomo: Nontiamopiù, così mi ha detto, tutto attaccato, un'unica parola. Gli illogici discorsi di Lui portano alla domanda: c’è un'altra? Dal tradimento prendono vita pensieri, comportamenti che ci verranno detti e verrano agiti con una capace fisicità. Quando la donna esce entra Lui, deforme, in una maschera grottesca. Movimenti impacciati, ambigui. Tra i due luoghi di scena fa dondolare una grande valigia. L'uomo, interpretato da Erica Galante, continuerà ad essere l'intermezzo tra le due donne, la tradita e la nuova primavera, entrambe interpretate dalla brava, convincente, Serena Balivo. L'uomo lascia la scena e dalla skenè entra in scena l'altra Serena Balivo, chiara, ridente, con le manine affusolate all'infuori, danza e saltella. Con voce squillante e suadente, abbandonata la grevità della tradita, in altro timbro, in altro tono, pone il nuovo racconto: Ti amo, mi ha detto all'improvviso. E via e via con l'amore nel Simposio, con il Destino quale grande bellezza, con Zeus che taglia l'essere umano in due, con la definizione di sé: io non sono la cretina... sono l'innamoramento'. Il testo di Mariano Dammacco, (premio UBU come Miglior nuovo testo italiano/scrittura drammaturgia 2020-2021) tratta sentimenti, emozioni dell'enorme spettro dell'amore anche con ironia e, mentre assonano in noi momenti delle nostre relazioni affettive, riusciamo a sorridere, anzi, ridiamo e forse curiamo ferite. Non si parla di Amore Felice, come scriveva Wislawa Szymborska: Un amore felice. È normale? È serio? È utile? Che se ne fa il mondo di due esseri che non vedono il mondo? Si parla, piuttosto, di una relazione lunga in cui tanto è stato dato, da Lei. È Lei che racconta di aver messo tutto in un grosso e lucido sacco nero, i regali, la foto incorniciata. Di aver gettato anche le labbra, gli occhi che hanno amato e sono stati amati. Siamo testimoni di una, due relazioni che finiscono nella gelosia, nell'errore/orrore, nell'odio d'amore. E forse questa fine è salvifica. Sta a noi decidere. Scrosciano gli applausi. Divertimento intelligente assicurato.