di Simona Priami

FIRENZE. Il visitatore entra in Palazzo Strozzi e rimane subito colpito dall’imponente Caduta dell’Angelo di Anselm Kiefer, in una cornice rinascimentale a cui si amalgama perfettamente l’opera monumentale dell’artista tedesco, nato nel 1945 in una cittadina della foresta nera, cresciuto in un’epoca in cui la Germania, distrutta, doveva confrontarsi con gli orrori del Nazismo. Quando Dio creò il mondo, l’angelo ribelle andò contro Dio perché voleva essere lui il Creatore di tutte le cose. Questo antagonismo, questa insurrezione degli angeli - Dio ha creato il demonio oppure c’è stata un’insurrezione? - Questi interrogativi, come i contrasti tra gli opposti, Angeli e Demoni, Luce e Ombra, Antico e Moderno, sono alla base della filosofia della mostra (aperta fino al prossimo 21 luglio) di Anselm Kiefer. L’opera della prima sala Lucifer (2012 - 2023) mette subito in evidenza questo ossimoro, come la monumentalità delle opere, l’uso dell’oro e dei vari materiali, spesso riciclati. Un’ala di aereo, minacciosa e scura, esce dall’enorme dipinto, ricordando gli orrori della guerra; Lucifero precipita, gli angeli ribelli sono figure scure bruciate. Le ali ricordano il famoso Icaro, ricorrente nell’arte, personaggio mitologico che sfida il pericolo, sfida gli Dei, vuole andare oltre, ha coraggio, fascino, è curioso, ma capitola, muore; ribelle come l’angelo, ma capitola, crolla, soccombe davanti alla potenza del divino offeso. Dall’inferno al paradiso, nella seconda sala, la luce esplode, l’imperatore Eliogabalo sfida le norme per il monoteismo, per il Dio solare, presente ancora il contrasto tra gli opposti maschio - femmina, Sole - Luna; in Helegabale 2023 i girasoli esplodono, neri ma messi in evidenza dal potente e luminoso fondo oro, un serpente tentatore si arrampica minaccioso sul gambo di uno di essi, il peccato, l’inferno, si mimetizzano nella luce di questi fiori meravigliosi che ci rimandano immediatamente al maestro Van Gogh ma anche a Eugenio Montale che era affascinato dal mito dei girasoli e dalla luce simbolo del speranza e del paradiso, in contrasto al nero, l’inferno, Lucifero, gli orrori del tempo, il Nazismo. Nella terza sala viene omaggiata la filosofia come materia di studio e formazione; Kiefer amava i presocratici e il pensiero di Socrate che, qui omaggiato, è alla base del suo percorso di crescita. La figura femminile è importante per l’artista a tal punto di affermare la sua superiorità rispetto agli uomini; le donne sono state offese dagli uomini nella storia perché più intelligenti e connesse con la terra e ricorda in un’intervista la grande poetessa Saffo; nell’esposizione le donne sono presenti, sempre nella mitologia, Danae sottile immagine e pioggia d’oro, Cynara che respinge Zeus che, offeso, la trasforma in un carciofo esterno spinoso e cuore tenero. L’artista ha inserito carciofi veri nell’opera, anche questi dorati. Daphne (2008 – 201), vestito da sposa e testa di arbusto, una scultura che ricorda ancora il mito, la ninfa alloro che preferì trasformarsi in pianta piuttosto che cedere a un amore non corrisposto. Conservo praticamente tutto per poterlo usare domani o tra dieci anni nei miei dipinti. Chiamo il mio magazzino arsenale. Quando cammino per l’arsenale a tarda notte, si formano delle connessioni. Dopo una totale immersione con giochi di specchi nel dualismo dell’artista tedesco, luce e buio, materialità e spiritualità, fisicità e infinito, nei suoi colori e materiali, le ultime opere ricordano la storia e la poesia di Salvatore Quasimodo scritta a mano, termina il percorso ricordando la guerra, la caducità della vita, il contrasto vita e morte, sole e tenebre. Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera

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