POMARANCE (PI). E se i Grappoli della Sarteanesi prendessero, tendenzialmente, il sopravvento modaiolo e una ditta si ingegnasse a farne dei gadget, portachiavi, piccoli portafortuna, tanto da indurla a prendere in seria considerazione anche e perché no, soprattutto, la propria folle creatività? Glielo auguriamo, al di là di quello che possa sognare la diretta interessata, non foss’altro perché se così fosse, farebbe una montagna di soldi. Il Comune di Pomarance, intanto, un borgo meraviglioso (da incubo, per arrivarci) che congiunge, dalla maestosità del proprio altopiano, le province geotermiche di Pisa, Siena e Livorno in un quadro interattivo grandangolare di distesa verde a perdita d’occhio, le ha commissionato un mega Grappolo (di piedi con patata – hallux valgus, per intenderci, alto più di tre metri), che ieri, 30 aprile, è stato inaugurato nell’atrio del Palazzo Ricci, con tanto di saletta antistante dove han trovato ospitalità i suoi grappoli già preventivamente disegnati, esposti, un paio di mesi or sono in anteprima, a Pistoia, nella libreria Lo Spazio di via dell’Ospizio.
A gremire l’inaugurazione, qualche Omino e gli amici di sempre, quelli che da tempo hanno ottimisticamente scommesso sulla genialità di Francesca Sarteanesi, un viso e una voce conosciute, soprattutto per la sua vis teatrale, quella che spartisce da tempo in compagnia dei suoi fedelissimi istigatori al nichilismo creativo: Francesco Rotelli, Luca e Giulia Zacchini. Il Grappolone di piedi con patata (realizzato grazie alla fatica di una sua insostituibile collaboratrice, almeno per la circostanza pomarancina), presentato alla presenza dell’ideatore dell’evento e dell’assessore alla cultura del Comune pisano, ha rispettato tutti i crismi dell’avvenimento, con tanto di suspense artistica d’aspettativa e una performance, affidata ad un’attrice (scalza, con alluce valgo ad entrambi i piedi, ovviamente e le unghie dipinte di rosso, come sul Grappolo) che è stata addirittura bissata. Il formaggio, le fave, il salame, dei grissini non salati e del buon vino rosso hanno poi piacevolmente e da rito chiuso la cerimonia, con parecchi visitatori che hanno approfittato della festività del giorno successivo (primo maggio) decidendo di pernottare nel meraviglioso Borgo, dove oggi, si vociferava ieri, si sarebbe consumato un appuntamento culinario degno di non essere perso. Questa la cronaca. Sui Grappoli, abbiamo già avuto modo di esprimerci: è un’idea – che a noi diverte - la cui genialità, o meglio, il cui successo, sono strettamente legati al grado di piacimento che incontreranno, eventualmente, tra gli spettatori, non necessariamente posteri, ma preferibilmente contemporanei, cosa questa, del resto, che vale, universalmente, per tutto quello che necessita di condivisione da mercato, non solo nell’arte. Francesca Sarteanesi è, insindacabilmente, un’attrice da tenere in considerazione: ottime le sue capacità di recitazione asettica, geniali i testi, per nulla scontati e per nulla diplomatici, che partorisce, con equa distribuzione percentuale, con il resto de Gli Omini; garbatamente psicotiche le sue nevrosi e le sue ossessioni, come l'alluce valgo, ad esempio, ma anche il gozzo, su cui potrebbe lavorare e interagire prossimamente. Se poi i suoi Grappoli - o quello che la sua fantasia deciderà possa venire ancora - dovessero ulteriormente celebrarla anche sotto altre vesti, beh, a noi farebbe parecchio piacere, a patto che, per goderne anche un solo istante, la cosa possa materilizzarsi almeno un attimo prima che il suo e il nostro sogno si realizzino: che la terra si squarci e, aprendosi, divori l'umanità tutta.