FIRENZE. Le stagioni teatrali, per fortuna, si consumano quasi tutte interamente nelle stagioni più rigide; altrimenti, se così non fosse, saremmo costretti a disertare, soprattutto perché ormai, senza aria condizionata (detestabile, dannosa, illusoria, controproducente: da mettere fuorilegge), escluso noi, nessuno riuscirebbe più a sopravvivere, figuriamoci assistere ad una rappresentazione. È per questo che oggi, 15 giugno, non abbiamo potuto seguire interamente la sontuosa conferenza stampa di presentazione della stagione che verrà dei quattro teatri iscritti alla giurisdizione del Teatro della Toscana, che sono, anche se non occorrerebbe citarli, la madre Pergola e i suoi tre meravigliosi marmocchi: lo studio Mila Pieralli di Scandicci, il risorto Niccolini a Firenze e quello dell’Era, arrivando fino a Pontedera, nella provincia pisana.
Perché non è da escludere che dopo tutti i necessari e indispensabili convenevoli da parata culturale, qualcuno, tra i presenti disposti a semicerchio sotto il palco, si sia preso la briga di raccontare qualcosa che esulasse dal protocollo e abbia detto qualcosa da appuntare, che non troverete, proprio perché non ufficiale, tra le note amabilmente e puntualmente inviate a qualsiasi ripetitore più o meno ufficiale da Matteo Brighenti, addetto stampa dei quattro circoli culturali, né sul sito di ognuno di questi. Ce ne siamo dovuti andare, dopo aver provato in tutti i modi a difenderci dagli spifferi gelati che ci colpivano come laser siberiani, perché la temperatura interna della Pergola, stamattina, era oltremodo inappropriata rispetto ai nostri indumenti, dai tessuti e dai colori tardo primaverili. I quattro cartelloni, comunque, anche se non staremo qui a farvi l’elenco degli appuntamenti, sono tutti particolarmente interessanti e ricchi di graditi ritorni (Filippo Timi su tutti, che aprirà la stagione) e ci auguriamo nuove stimolanti proposte. I numeri, a proposito di carne da mettere al fuco, vogliono dir molto: settantotto spettacoli (da ottobre ad aprile, duecentodieci giorni; uno spettacolo ogni settantadue ore), dei quali ventisei sono produzioni interne o coproduzioni, con ben tredici (in barba ai superstiziosi) prime nazionali. Un cast di direttori artistici imponente, un’attenzione politica e sponsoristica maestosa, un ambiente che da sempre raccoglie e protegge quanto di meglio venga culturalmente partorito in Toscana. Insomma: la Pergola è, è stato e ci auguriamo lo continui a essere per molto altro tempo ancora, un punto di riferimento della storia, della leggenda, dell’innovazione e dell’intrattenimento teatrale. Non possiamo che gioire al cospetto di tanta quantità, qualità e varietà, soprattutto dal nostro privilegiatissimo angolo di visione e ascolto, che seppur grato, non smetterà mai di essere attento, intransigente, oggettivo e mai disposto a compromessi. È il teatro, bellezze!