CECINA (LI). Da Saigon, al di là della considerevole distanza (9.680 chilometri), siamo convinti di poter dubitare, quasi con assoluta certezza, che in questi undici anni, da quando a Cecina mare, lungo il Viale della Vittoria, ha aperto L’Imperfetto, un cambogiano sia mai andato a trascorrerci qualche ora. Se fosse nelle nostre possibilità, comunque (e visto il nome della nostra testata, in Cambogia, qualcuno, potrebbe anche esserci, che ci segue), glielo suggeriremmo volentieri. Anche islandesi e canadesi, comunque, sempre stando alle indicazioni chilometriche affisse all’ingresso, non crediamo siano mai abbondati, nel locale. Sì, perché è un posto obliquo, più che Imperfetto, dove oltre che mangiare (benissimo) e bere, si può aspettare la notte senza patemi d’animo, senza ansie da prestazione e consapevoli e inermi al cospetto dell’inderogabile principio che tutto passi, si può anche prendere la modesta rivincita e stabilire che, fino a quando ci siamo, cerchiamo di vedercene di bene. Non conosciamo così bene Luigi, Michele ed Emanuela Guardascione, i fratelli napoletani che a un certo momento della loro vita, trascorsa a spaccarsi le ossa per gli altri, hanno deciso di lavorare per loro, ma siamo pronti a scommettere che la pensino all’incirca così.

Il risultato di questa filosofia (minimale, a decrescita) è questo locale posto sul limitare sud della passeggiata cecinese che lambisce la costa, l’ultimo stabile di viale della Vittoria, quasi vietato ai tacchi dodici e ai fighetti, ma per induzione, eh: i titolari non disdegnano nessuno, anzi, ma su molti tavolini disposti attorno al chiringuito, dove fino a cena e soprattutto dopo si mesce alcool aromatizzato, l’unico modo per stare comodi è togliersi le scarpe e accovacciare le gambe. Adoro viaggiare, soprattutto in Sudamerica, non ne posso fare a meno, ci racconta Luigi Guardascione, che dei tre fratelli sembra essere quello con la maggiore intraprendenza. Faccio e facciamo (i miei fratelli, n.d.r.) questo lavoro praticamente da sempre e quando abbiamo visto questo posto siamo rimasti folgorati: era già così, imperfetto. Abbiamo soltanto aggiunto materiale riciclato (come il legno che ci porta a riva il mare), che è contemporaneamente un’azione equa e solidale ed economicissima e il nostro entusiasmo. Il resto lo ha fatto e lo fa la gente che viene a trovarci, che sono, certo, i nostri clienti, ma che sono diventati i nostri amici, con i quali dividiamo e condividiamo parecchio tempo. L’Imperfetto è aperto tutti i giorni dalle 9 a notte fonda, da marzo a dicembre. A gennaio e febbraio, i fratelli Guardascione ricaricano le batterie: Luigi, va in Sudamerica, naturalmente, dove si ristora e dove, senza ombra di dubbio, ha trovato l’ispirazione per realizzare, dall’altra parte dell’Oceano, un posto che gli ricordasse dove sta bene e dove, probabilmente, prima o poi non è da escludere che vada a stare. Noi, all’Imperfetto, ci siamo capitati una sera, per caso, perché dopo essere stati flashati da negozi alla moda, alberghi a cinque stelle e ristoranti à la page, tutti disposti in sequenza su viale della Vittoria, alla fine della passeggiata abbiamo sentito la necessità di fermarci e ristorarci. In sottofondo, Sade e dentro, tra scalini e cunette causati dalla forza delle radici degli alberi che assicurano l’ombra, loro, i titolari, consapevoli che si può lavorare, tanto e duro, ma sorridendo. L’accesso al mare, assicurato da una scaletta che si affaccia sull’ultimo pezzo di arenile pubblico, attiguo all’ultimo stabilimento con gli ombrelloni e le sdraio dello stesso colore, consente agli habitué di fare un tuttuno tra spiaggia e ristorazione, senza doversi preoccupare di pulirsi accuratamente i piedi insabbiati. Durante la settimana, anche musica dal vivo e non è certo difficile immaginare quale sound circoli nel locale. Anche tutto quello che c’è prima, lungo viale della Vittoria, a Cecina, merita, eh, senza dubbio; ma siamo convinti che Hemingway, tanto per fare un nome gradito a noi e a loro, ci auguriamo, fosse capitato nella zona, L’Imperfetto l’avrebbe preferito a tutto il resto.

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