di Raffaele Ferro
PISTOIA. Serata di fine estate, tranquilla e piacevole sul Parterre di piazza San Francesco a Pistoia: cornice affascinante, nonostante il ponteggio davanti alla bella struttura dedicata alla memoria degli Uomini Illustri di Pistoia, architettura ispirata al periodo illuminista di matrice francese. Ancora un po' ci vorrà per terminare i lavori e rendere finalmente questo ameno luogo al suo originario splendore ma, ci dicono, è questione di poco. Il Parterre, già palcoscenico per il Gad due anni orsono con La compagna dei gelosi, questo luogo ha reso al Gad ancora possibilità di esibirsi, stavolta ne Gli imbianchini non hanno ricordi, atto unico di Dario Fo, ancora per la regia di Enrico Melosi. Ambientato in una casa chiusa degli anni ‘50, nel periodo immediatamente successivo alla Legge Merlin, che ne decretava la chiusura, è dove si svolge il contesto, la trama. Il Gad - Margherita Bucciantini, Gennaro Criscuolo, Antonella Ferro (suoi anche i costumi), Riccardo Fontani, Deborah Guidi, Raffaella Maino, Andrea Rossini, Alessandro Soldi - compagnia carica di energie e intenzioni comiche esplosive – è in piena forma, che si butta a capofitto nel gusto puro, nudo e crudo della commedia in tutta la sua comicità.
I due imbianchini, buffi figuri archetipo, duo classico fra il grottesco e il comico, riescono, in una serie di escamotage, a tenere alto il tono e il colore stesso di questa commedia e riescono a svelare l'arcano, l'inganno che la maitresse del bordello ha architettato. Il suo ex marito, imbalsamato da lei con uno stratagemma chimico, diviene centrale, maneggiato e infine reso di nuovo vivo appunto dai due guitti. Molto breve in sostanza tutta la commedia, anche se appunto, come si diceva, risulta essere veramente esplosiva. Con comicità giullaresca, squisitamente esasperata nello stile che ricorda in effetti i calambeur di Dario Fo, il Gad è riuscito di nuovo a divertire. E noi alla fine di tutto, appunto un flash sostenuto di quaranta minuti, abbiamo parlato un po' con Nicola Buti - capocomico storico del gruppo, stavolta in veste di scenografo - per convenire che il teatro è piacere, è vita e quintessenza del divertimento, che il teatro è felicità e che il teatro è soprattutto compagnia, come appunto la parola stessa lo definisce - una Compagnia di attori-amici, quella del Gad, ancora una volta, divertita e divertente.