È UNA manifestazione relativamente giovane, Settembre Prato è Spettacolo, l’ottava, per l’esattezza, ma va riconosciuto agli ideatori l’acume tattico di non essersi infognati, inutilmente e con il rischio di fastidiose disquisizioni artistiche (i gufi detrattori si annidano in tutti i contesti urbani), sul marchio di fabbrica, nel quale l’unica cosa certa e insindacabile è Settembre, il mese che ospita gli eventi. Che anche quest’anno sono parecchi, da zenith a nadir e che con molta probabilità accontenteranno tutti, promotori e spettatori. Qualcuno potrebbe obbiettare, comunque, a proposito dell’unica certezza mensile, che la manifestazione prenda il via, in verità, giovedì 31 agosto, con una coppia che, visti i precedenti, non è da escludere che realizzi un invidiabile pienone, quella degli Articolo 31; ma il loro concerto, nella piazza del Duomo, non inizierà certo alla buon’ora e quando calerà il sipario, la mezzanotte sarà abbondantemente superata. All’esordio, riservato per lo più a spettatori molto giovani, seguiranno, nelle quattro serate successive, Bugo e Daniele Silvestri, Giorgio Panariello vs Marco Masini, gli applauditissimi Editors, formazione inglese giunta al suo settimo album e che raccoglie consensi in tutto il vecchio Continente e Edoardo Bennato, rigorosamente accompagnato dalla BeBand, la sua storica formazione napoletana. E siamo solo al 4 settembre e non ci siamo ancora mossi da Piazza del Duomo. Lo spettacolo continua, naturalmente, con Jonathan Webb che dirige la Camerata strumentale della Città di Prato impegnata nelle rivisitazioni di sinfonie di Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven e si muova altrove, per non intasare solo e soltanto il centro città, ma utilizzando anche altri siti particolarmente graditi, nei quali daranno vita alle loro esibizioni gli indigeni Porto Flamingo, il quartetto di Alan Sorrenti e Umberto Tozzi, rispettivamente il 9 settembre all’Anfiteatro Santa Lucia e il 12 e il 13 a Villa Guicciardini. E poi mostre, laboratori, cinema, allestimenti, spazi riservati alle emergenze locali e non, un’offerta particolarmente nutrita, variegata, che non si concentra su specifiche tematiche, ma cerca, in piena sintonia con l’origine poco controllata del titolo, di andare incontro il più possibile alle svariate esigenze e gusti del popolo che paga il biglietto.