FIRENZE. Grisélidis Réal somiglia vagamente a Bocca di Rosa; un po’ meno a Efe Bal, pochissimo, anzi, affatto, ad una qualsiasi escort, ma la sua storia, scritta e trascritta e portata a teatro da Coraly Zahonero, per la regia di Juan Diego Puerta Lopez, è una di quelle nella quale qualsiasi prostituta – chiamarla mignotta renderebbe forse più l’idea, ma ci imbatteremmo nelle censure deontologiche - di entrambi gli emisferi ci si può riconoscere. Casomai sorvolando su qualche dettaglio e lasciando allo spettatore un briciolo di scontata immaginazione che nel bel mezzo di una rappresentazione, anzi, soprattutto, non guasta davvero.
Nessuno si è scandalizzato, beninteso, compresi quelli che ieri sera hanno popolato, fino a riempirlo, il Teatro di Rifredi (si replica stasera e domani, sabato 27 gennaio, alle 21), ma non foss’altro per restare in sintonia con la poesia e la bellezza, sconfinate, dei sax del fantascientifico Stefano Cocco Cantini, sul palco con Serra Yilmaz e che ha trasformato un comizio già sentito in uno spettacolo – Grisélidis, memorie di una prostituta -, su qualcosa sarebbe stato opportuno sorvolare, visto che c’era così poco da fraintendere. Anche per ovviare alla scarsa vena poetica della protagonista, Serra Yilmaz, che in più di una circostanza è parsa la conduttrice di uno spettacolo in super8 distribuito nelle scuole superiori di secondo grado, che un’attrice di decana esperienza. Certo, le memorie di Grisélidis Réal quelle sono state e quelle è giusto che rimangano, come pietra miliare, poetica, sociale e filosofica della prostituzione, combattuta e ghettizzata di giorno, ma riesumata, resuscitata e benedetta la notte, soprattutto dai detrattori diurni, senza dimenticare il ruolo, sporchissimo, che in queta forbice di neutralisti e interventisti esercita la Chiesa, anzi, le Chiese di tutto il mondo e di ogni ordine e grado. Abbiate pazienza ancora una settimana, perché la prossima (da giovedì 1 a sabato 3 febbraio), al Teatro di Rifredi, andrà in scena uno di quegli spettacoli che non si dimenticano. Mai. Marta Cuscunà proporrà il suo Sorry, boys: lo abbiamo già visto (a Pistoia), recensito e ce lo ricordiamo alla perfezione, naturalmente, ma per nostra manifesta ingordigia e per riabbracciarla ancora, Marta, probabilmente torneremo ad applaudirla, anche con la consapevolezza che così facendo è facile che qualcuno non troverà posto. Pazienza!