di Catia Zanella

A Carla, critica musicale, all’età di trent’anni, le diagnosticano un tumore al seno. Siamo negli anni ’80 e il Brasile pare sul punto di risorgere. Nipote di Lucia, eredita dalla zia una spiccata libertà di pensiero derivata dalla cultura e dalle profonde conquiste sociali per cui aveva combattuto a costo della galera. Trent’anni dopo, Carla, sessantenne, ormai vedova da diciassette anni e con tre figli grandi e indipendenti, vive intensamente la sua vita fra la musica e le relazioni sociali, componenti essenziali dell’identità brasiliana.

Della musica Carla è intrisa; tutto intorno a lei si traduce in musica e nelle relazioni sociali si distingue per il suo senso di rispetto e stima per l’altro. Viene contattata da un’importante agenzia immobiliare che ha comprato tutti gli appartamenti del condominio Acquarius, dove lei risiede, sulla splendida spiaggia di Boa Viagem, a Recife, con palmizi di noci di cocco e acque cristalline. È rimasta l’unica abitante, ma non ha assolutamente intenzione di lasciare la sua casa, piena della sua storia personale, nonostante le preoccupazioni dei figli, che preferirebbero per lei un ambiente più protetto e soprattutto in relazione alle allettanti proposte dei titolari della ditta, rappresentati dal nonno fondatore e dal giovane nipote, fresco di studi americani in business immobiliare. Con loro inizierà una ferma battaglia che fronteggerà come ha affrontato il suo tumore, perché anche questa volta di cancro si tratta, il cancro della sopraffazione; qui della speculazione edilizia, perpetrata realmente In Brasile. Kleber Mendonça Filho, il regista, arriva a questa pellicola forte del precedente e pluripremiato Il suono intorno. Acquarius, interpretato da una straordinaria Sonia Braga, è stato selezionato al festival di Cannes del 2016 ed è già una bandiera nazionale contro l’esagerata cementificazione della nazione, traducendo così, cinematograficamente, l’eccessiva urbanizzazione di Recife con quella dell’intero Brasile. Recife, denominata la Venezia brasiliana, tradotta, significa, guarda caso, scogliera: quella stessa che Carla è riuscita a mettere fra se’ e il potere. “Così è la vita” dice ai suoi figli, intendendola fatta di lotte personali e sociali.

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