di Marcello Bugiani
Avete presente La La Land? Bene, scordatevelo, perché Manchester by the sea è il suo esatto contrario, il polo negativo contrapposto al positivo, l'uniformità del grigio sbattuto contro il mondo colorato della California. Con il pluricelebrato film di Chazelle ha una sola cosa in comune: è un film bellissimo, che rafforza il piacere di andare al cinema, che premia la fatica di alzarsi dal divano la sera dopo cena per assistere ancora una volta a quella magia che solo il grande schermo sa confezionare. Sì, perché è un piccolo capolavoro Manchester by the sea, di Kenneth Lonergan, regista di nicchia, da molti anni nel limbo dei talentuosi autori di cinema sommersi, in attesa di una svolta che forse oggi è finalmente arrivata.
La storia in sé non è proprio originale: siamo in piena provincia americana, sulla costa orientale degli Usa, dove il vento gelido e la neve sferzano un’umanità ripiegata su se stessa. Il protagonista assoluto del film, Casey Affleck, fratellino del più celebre Ben, è Lee Chandler, un uomo in fuga da un passato orribile. Il destino lo riacciuffa dal buco nero nel quale si era testardamente ficcato, costringendolo a tornare in superficie, dopo anni di autopunizione trascorsi a cancellare ogni traccia di vita sociale che non siano le risse nei bar. Lee è costretto a percorrere a ritroso la strada che lo ha allontanato da casa, a ritrovare tutti i suoi fantasmi, a combattere tra l’ansia feroce di rituffarsi nell’oblìo e la pesante responsabilità di occuparsi del nipote sedicenne rimasto solo al mondo. Lee Chandler farà la scelta giusta, rinunciando a quel poco che resta di se stesso, perché solo coloro che hanno toccato il fondo sono capaci di riemergere nel sublime. Il film emoziona, tiene oltre due ore incollati allo schermo per seguire l’intero faticoso percorso di riavvicinamento di due mondi lontanissimi, zio e nipote, costretti loro malgrado a non recidere quel poco di filo che ancora li tiene insieme. Ma zio Lee capisce che non ha il diritto di sacrificare, oltre la propria, la vita di un ragazzo ancora ignaro delle amarezze del mondo infame, perché a sedici anni qualunque cosa si esprime a colori, è ancora presto per passare al grigio. Nota conclusiva per Casey Affleck, premiato con l’Oscar in qualità di attore protagonista; il tempo ci dirà se fu vera gloria, perché il suo Lee Chandler è praticamente perfetto nella sua inespressività. E’ un dilemma che talvolta assale di fronte a certe interpretazioni impeccabili: grande attore o è proprio così?