PRATO. La pornografia è arte, non si discute, senza snocciolare i pornografi che hanno fatto scuola, nel cinema, nella fotografia come nella pittura. Monica Stambrini, regista, ha qualità indiscusse, ma dovrebbe attingere da altri contesti il materiale umano e attoriale per i suoi corto e lungometraggi. Affidare lo scettro del protagonismo dei suoi lavori a Valentina Nappi, stimatissima pornodiva, è un’operazione che, contemporaneamente, assicura visibilità, critiche feroci e dunque salvifiche, ma non eleva, di un solo gradino, l’universo pornografico dal suo ruolo di nicchia sfigata. Non lo diciamo perché ieri sera, 3 agosto, a Prato, al Castello dell’Imperatore, ad assistere a Queen Kong e ISVN (Io sono Valentina Nappi), per la prima delle due serate del Midnight Movies (l’altra, il 10 agosto, prevede la proiezione di Climax, di Gaspar Noé) promosso dal Mabuse Cineclub, c’eravamo solo noi, nella magnifica arena. Non sono certo i consensi popolari a condizionare le nostre recensioni, ma oggettivamente, se nel corto Queen Kong Monica Stambrini riesce senza ombra di dubbio a delegittimare ogni sorta di detrazione, con Io sono Valentina Nappi l’operazione naufraga miserabilmente.
L’idea, probabilmente, è quella di normalizzare una porno diva qualsiasi, che di ritorno dagli Stati Uniti viene ospitata, per una notte, nello studio di un amico di una sua cara amica, impossibilitata a riceverla nella propria abitazione per la presenza dei figli. Con lei, la notte, la trascorrerà il suo compagno, che una volta raggiunta nel garage/studio, dopo aver divorato un hamburger e disquisito sul rapporto cibo/sesso, cercheranno di rimettere in pari i conti delle rispettive astinenze erotiche, fino allo stremo dell’erezione di lui. L’equazione non riesce: la modestia recitativa di Valentina Nappi è spesso imbarazzante, così come non decollano i tempi prolungati delle varie ripetute dell’amplesso, in tutte le salse, in tutte le angolazioni. L’operazione sdoganamento della pornografia cinematografica così, nonostante i vari premi e riconoscimenti attestati a Monica Stambrini in giro per il Mondo, a nostro avviso naufraga, senza comunque portarsi a picco l’artefice, che proprio per non farsi pescare con le mani nella marmellata si è messa al riparo da qualsiasi stroncatura. Al posto di Valentina Nappi, alla quale auguriamo altre mille pellicole hard, sarebbe stato bello vedere all’opera un’attrice, con un sottofondo casomai affidato alle musiche di Miles Davis, anziché al sensasensoassoluto di Bello Figo. Checché ne dica Rocco Siffredi!