di Marcello Bugiani

E FU COSI’ che Joker si prese il Leone d’oro, vincitore annunciato, con l’unica suspense legata alla corsa di Roman Polanski e il suo J’Accuse! Chissà se i giurati si siano fatti convincere dal sublime ultimo quarto d’ora del film di Todd Phillips, destinato a restare nella storia del cinema per forza visiva, spettacolare incastro di immaginario collettivo, energia di luci, suoni e soprattutto di forza emotiva come da tempo non era dato di vedere sul grande schermo. Non tradisce l’attesa, Joker, grazie al talento sofferto di Joaquin Phoenix. La maschera del cattivo di Batman (peraltro mai evocato nel film) si trasforma da ghigno incontrollato/incontrollabile in qualcosa di più profondo, in un taglio netto nella coscienza sporca di una società che soffoca gli Ultimi, costruita e regolata per schiacciare ogni loro speranza di vita e felicità, fosse anche solo far sorridere un bambino. Gotham City è il palcoscenico spettrale sul quale andrà in scena la battaglia finale, una città grigia, assediata, dove il terrore indossa una tragica maschera da clown.

Joker non perdonerà niente e nessuno, neppure coloro che in qualche misura hanno tentato di offrirgli una chance. Uno solo sopravviverà alla sua scure di morte, ma solo perché Joker riconoscerà in lui forse l’unico al di sotto di sé stesso nella scala dei disperati. Neppure l’amore, che Joker miracolosamente finisce per incontrare, riesce a trasformare questa energia distruttiva in qualcosa d’altro; la storia del Cinema è zeppa di cattivi che finiscono per redimersi in una catarsi sentimentale, ma questo non può valere per Joker, perché è troppa la sofferenza, la rabbia, la tragicità della sua vita e della sua infanzia in particolare, a pesare nella sua mente per poter credere a una possibilità di sopravvivenza. La rabbia di Joker si trasformerà in un diluvio tragico, in una sorta di giudizio universale dove nessuno potrà salvarsi, con la sola eccezione di coloro che indosseranno una maschera da clown scolpita da un ghigno malefico. Grande film dunque questo di Todd Phillips, destinato forse a replicare le fortune di altri film che da Venezia si sono imposti agli Oscar (pensiamo a Roma di Alfonso Cuaròn dell’anno scorso); sicuramente anche gloria hollywoodiana cadrà sul capo di Joaquin Phoenix, a Venezia sacrificato sull’altare dello sciovinismo italico che ha premiato come miglior attore il pur bravissimo Luca Marinelli di Martin Eden. Insomma, Joker assolutamente da vedere: su grande, possibilmente grandissimo schermo!

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