di Letizia Pieri

PISA. Quando ero piccola ero sicura che nella vita non mi sarebbe successo mai niente di brutto. Dovevo soltanto essere buona per farmi sorridere dalla fortuna. Ovviamente, crescendo, mi sono resa conto che le cose non vanno esattamente in questo modo. La vita di ogni essere umano è fatta di gioia e dolore, lo so. Ma in qualche modo il tarlo del per sempre felici e contenti si era insinuato nella mia mente più in profondità di quanto mi aspettassi e, in fondo al mio cuore, ero ancora convinta che nessun male mi avrebbe mai raggiunta. Le tragedie però accadono, spesso senza un motivo e possiamo scegliere di vivere pensando che nulla ha un senso, oppure possiamo provare a dare valore a tutte quelle piccole o grandi cose che abbiamo, prima che si perdano e ce ne rimanga solo il ricordo. La sofferenza è diventata reale quando mi è caduta accanto e, vedendo le persone intorno a me, mi sono accorta di non essere sola, che ognuno ha bisogno di un po’ di conforto in questa esistenza così complicata.

Stiamo vivendo giorni in cui siamo spaventati, costretti a stare lontani, ma forse mai come adesso ci sentiamo vicini gli uni agli altri. Vivere lo stesso dolore ci spinge a guardare gli altri negli occhi come la prima volta, anche se attraverso uno schermo, come se ci si comprendesse solo adesso dopo anni di discorsi. Allora lo cantiamo sui balconi, lo scriviamo nei messaggi, lo preghiamo in silenzio prima di addormentarci. Ci diciamo che un giorno tutto questo passerà, ma questa esperienza di paura, di solitudine, di attesa, di compassione ci rimarrà addosso e magari saremo meno invisibili gli uni per gli altri in futuro, quando ritorneremo a vivere le piazze, le scuole, i teatri, senza perdere la speranza, gustandoci ogni momento che ci viene concesso di vivere felici e contenti.

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