di Simona Priami
UNA COMMEDIA satirica, eccellente, sagace e pungente, quest’ultimo lavoro di Adam McKay, una trama che ci ricorda un problema sociale, ma anche esistenziale: ci soffermiamo sulle attraenti sciocchezze e ignoriamo il problema. Con l’ironia pungente si può dire tutto, anche dimostrare l’inconsistenza della società consumistica attuale e del vuoto di valori che gli gira intorno, come il talento e lo studio che non vengono premiati né riconosciuti, a scapito dell’esaltazione della frivolezza e del linguaggio insensato, di conseguenza la mancanza di solidarietà di una società che dovrebbe lottare per il bene comune. Ci vuole però un’ironia acuta e sottile, mai banale, interpretata in modo eccellente, da un cast stratosferico, capace di andare dritta al punto e lanciare messaggi diretti, terribilmente reali e toccanti. Proprio questi sono gli ingredienti del geniale Don’t Look Up. Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence), talentuosa studentessa laureanda di astronomia, scopre l’esistenza di una cometa, non ancora identificata. Il suo professore, Randall Mindy (Leonardo Di Caprio), esegue dei calcoli successivi e capisce con certezza che la traiettoria dell’asteroide è rivolta verso la terra e la cometa si schianterà sul nostro pianeta sei mesi dopo l’ingegnosa scoperta, con un impatto catastrofico che potrebbe significare l’estinzione della specie umana.
I due astronomi insieme all’amico e studioso Cayton Teddy Oglethorpe (Rob Morgan), si recano alla Casa Bianca, dove la presidente Janie Orlean (Maryl Streep), marionetta, isterica, basata sull’apparenza, non sembra credere, né essere minimamente interessata a loro. Inizia così un percorso che mette in evidenza tutti i limiti della società americana, la superficialità dei media che mostrano gli amori di una giovane star prima delle teorie di una catastrofe imminente, annunciata da studiosi e scienziati; i mezzi di informazione che plasmano il pensiero e i gusti collettivi, con priorità ridicole. Kate, studiosa e scopritrice, diventerà oggetto di prese in giro, avrebbe dovuto essere una giovane eroina salvatrice del mondo, invece è caricatura ridicola nei meme. La cometa bella e fascinosa è il pericolo oscuro e minaccioso che viene da lontano, non siamo capaci di agire tempestivamente alla crisi ambientale, climatica, devastante e incombente. La società chiude gli occhi davanti a un’imminente catastrofe globale e cerca addirittura di sfruttare la cometa per usufruire delle risorse e dei materiali in essa presenti, utili ad alimentare il mercato globale della società neocapitalista. La cometa stessa, il pericolo della nostra estinzione, viene vista come un possibile potenziale perché ricca di materie prime, quasi un nuovo mondo da colonizzare e sfruttare, da parte di una classe dirigente capitalistica che cerca in modo compulsivo ogni forma di guadagno, schiava di un meccanismo economico fagocitante e autodistruttivo. Il film mette in evidenza anche la diversità di valori e sistema tra provincia e metropoli, quest’ultima vista quasi come perdizione causata dal ritmo alienante, in contrapposizione alla scena finale dove, riuniti in casa, nella lentezza e tranquillità, la famiglia e gli amici, gli antieroi, messi da parte dal sistema dominante, si riuniscono in un nucleo d’affetto, una cena quasi natalizia, anche se sarà l’ultima cena; gli scopritori della fine del mondo, desiderano morire in un luogo di affetti sinceri. Montaggio serrato e coinvolgente, immagini toccanti di tutto il globo terrestre mostrano la bellezza della diversità del nostro pianeta, facendoci capire come apparteniamo a un tutto meraviglioso che dobbiamo tutti insieme difendere.