IL PONTE Morandi è dei genovesi, non di questo paese che cade a pezzi, sbriciolando su se stesso. Per questo, la Lega Calcio, in fibrillazione per l'imminente inizio del Campionato, ha optato di rimandare, a data da destinarsi, solo gli incontri calcistici delle due formazioni colpite geograficamente dalla sciagura, quelle della Lanterna, Sampdoria e Genoa (rispettivamente contro Fiorentina e Milan). Sugli altri otto campi, invece, si giocherà a calcio, con un contorno di tifoserie che, facile prevedere, riserveranno ai morti, agli sfollati e agli abbandonati liguri striscioni strappacuore, con tanto di applausi scroscianti che rimbomberanno nelle coscienze televisive al termine dei vari minuti di silenzio che si osserveranno prima del fischio di inzio delle varie partite. Peccato, peccato davvero che questo incidente sia capitato a Genova; la Serie A calcistica, infatti, da Nord a Sud, si ferma a Napoli: se fosse crollato un ponte in Calabria, in Sicilia, o in Puglia, si sarebbero versate le stesse lacrime vere e di coccodrillo, ma almeno il Campionato sarebbe inziato regolarmente!

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