PISTOIA. Il primo è stato Andrea Massai; l’ultimo, Bruno Tarasconi. Nel mezzo, pochi giorni dopo l’inizio di una quarantena tanto inimmaginabile quanto stordente e fino a oggi, 4 maggio, giorno d’inizio della cosiddetta Fase 2, che vorrà dire rinascita, sulla mia rivista ho voluto e potuto ospitare, al posto di recensioni teatrali, musicali, cinematografiche, letterarie, pittoriche, di società, interrotte per cause di forza maggiori, riflessioni. E hanno scritto tante persone, molte di più di quello che avrei potuto immaginare. E le ringrazio tutte, una a una. Perché ognuno ha portato in comunione quello che aveva dentro e nonostante il periodo avrebbe potuto giustificare approssimativi allineamenti di tutto e di tutti, nessuna considerazione è stata uguale a un’altra. Hanno dominato la paura, la speranza, la rabbia: comprensibile; qualcuno ha preferito aggirare l’ostacolo e raccontare altro. C’è stato chi ha sognato; chi ha scritto di non riuscire più a farlo. Tutti insieme, però, dall’inizio di questo terrificante periodo e fino a oggi (il bello e il meglio devono ancora arrivare: dipende da noi, dalla nostra coscienza e da una poderosa dose di fortuna) si sono dati appuntamento su Meglio Meno e si sono raccontati. È stato un modo per come sentirci meno soli; è stato un modo per come esserlo davvero, meno soli. A me, cuoco/ideatore di questa iniziativa, ricevere sulla mail i vostri scritti e tradurli in pubblicazioni ha fatto veramente compagnia, mi ha fatto sentire importante e utile alla causa della prudenza.

Ora ci fermiamo, ci fermiamo qui: ‘a nuttata, forse, è passata. Si riparte: con tutte le dovute cautele, ma inizia la resurrezione. Desidero sdebitarmi. Lo farò con un libro, il libro delle nostre emozioni, quelle della nostra Comunità: E venne un tempo nel quale non ci si poteva nemmeno abbracciare. Questo è il titolo della raccolta, nella quale ci saranno, nello stesso ordine di pubblicazione, i pensieri di tutte le persone che hanno voluto e potuto esserci. L’augurio è che se ne possano vendere tante e poi tante di copie, perché l’intero ricavato andrà in beneficenza. Nella ragionevole e impaziente attesa che il mio staff e il sottoscritto si possa tornare a occuparci di teatro, musica, cinema e tutto quello che la cultura dal vivo produce, volevo ringraziarvi. L’ho fatto nell’unico modo che so fare.

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