LA TENTAZIONE mi spingerebbe a raccontarvi il senso di totale disgusto che mi ha pervaso dalla tristissima notizia della morte di Gigi Proietti all’immediata ipocrita, falsa e indignante consacrazione tributatagli dal mondo dello spettacolo. Peccato che l’abbiano fatto morire consegnandolo alle generazioni più verdi con il ricordo del commissario Rocca; ma c’è poco da meravigliarsi. L’erede naturale al trittico Gassman-Manfredi-Sordi era stato da tempo messo in un angolo, perché a doverci far ridere avrebbero dovuto pensarci quei tristissimi figuri che ingolfano i palcoscenici televisivi (a teatro, per fortuna, non li fanno entrare). Ma mi corre invece l’obbligo di dirvi un paio di cose sulla nuova ondata pandemica. Premesso che detesto (termine eufemistico, ma dire e scrivere che mi stiano sul cazzo è volgare) i negazionisti, ma dalla scorsa metà di marzo, un paese civile avrebbe dovuto fare queste cose:
- Assumere medici e infermieri negli ospedali;
- Assumere insegnanti e personale di custodia nelle scuole;
- Decuplicare i servizi pubblici;
- Aprire gli anni scolastici a luglio e, contemporaneamente, adottare i doppi turni;
- Disporre, per novembre e dicembre, qualora la curva dei contagi si fosse presentata così aggressiva, le chiusure totali, senza se e senza ma, di ogni attività, predisponendo e assicurando, immediatamente, l’erogazione a tutti quelli costretti al riposo coatto di un sussidio economico pari alla cifra guadagnata e certificata, negli stessi mesi, dell’anno precedente.
Il resto, dai banchi con le rotelle alle lacrime dei coccodrilli, son solo chiacchiere.