IL MONDO del calcio, non solo quello femminile, ha il dovere di fare qualcosa. Non stiamo parlando di diritti (morali e televisivi), ma di un’ex calciatrice che ora, dopo aver dispensato lustro, bel gioco, gol e traguardi importanti ai club che l’assoldarono e alla Nazionale, ha bisogno che tutti, almeno quelli che divisero e condivisero con lei quei successi, quelle risate e quei momenti felici, non dimentichino. In campo era anarchica e irriverente, Silvia Fiorini: classe, forza, velocità e fiuto della porta. Ma anche fuori dal rettangolo era la stessa: coraggio, simpatia, schiettezza, onestà. La notte di Natale compirà cinquantaquattro anni, ma non sarà un compleanno come gli altri; a luglio ha avuto un’emorragia cerebrale, alla quale è conseguito uno stato comatoso. Per tornare a casa, da sua moglie Camilla e dalla loro bambina, ancora troppo piccola per capire, ma abbastanza grande per soffrire, dovrà, indispensabilmente, sottoporsi a un’importante cura riabilitativa in un centro specializzato. Per farlo, occorrono 55.000 euro. Da qualche giorno è partita una campagna di raccolta, un goal per Silvia, che nel giro di poche ore ha già raggiunto la confortante, ma ancora insufficiente, quota 5.000 euro. Ne mancano ancora 50.000, tantissimi, vero, ma che il mondo del calcio tutto, non solo quello femminile, potrebbe raccogliere e offrire con un semplice schioccar di dita. Dopo tante indimenticabili emozioni che Silvia Fiorini ha regalato al mondo dello Sport, il mondo dello Sport, ora, potrebbe e dovrebbe essere riconoscente.

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