Come ci si può sdebitare nei confronti dei genitori? Basta una carezza – loro capiscono, eccome -; un sorriso, una parola. Ma anche quando la vita ci offre l’onerosa opportunità di ricambiare, con i genitori che decidono di invecchiare con paziente inesorabilità, a volte, si sente il dovere di fare altro. Olga Agostini, architetto impiegata al Comune di Pistoia, ha scelto di dare alle stampe questi sette racconti – e una settimana di ricette, una al dì -, Mattidallegare, per dire e scrivere come Monica, questo il suo nome trascritto sul piccolo volume edito da Porto Seguro, sia diventata esattamente quella che loro desideravano diventasse.

 

La dedica ai genitori, prima dell’inizio delle danze mnemoniche e culinarie, è quasi superflua. Monica torna indietro e approfitta dell’indispensabilità geriatrica per intrattenere i suoi due anziani genitori con sette storie raccontate al calore e alla luce di un camino, dove i tre si ritrovano, chissà per quale magia, un’intera settimana. E siccome è folle l’amore che santifica questa biunivoca corrispondenza chimica, Monica si ricorda come da bambina, per lei, i pazzi, che abitavano a pochi passi dalla sua abitazione, nelle dismesse Ville Sbertoli, fossero tali perché reduci da corse estenuanti, da sacrifici disumani, prove improbe, di atletica o di nuoto, pazzidallegare insomma. E’ questa, in pratica, la base d’asta, dove approda l’incipit e da lì, in poi, grazie alle mirabolanti proprietà di una semplicissima pianta di limone, ci si immerge nella campagna pistoiese, fiorentina e senese, si va allo scoperta di musei archeologici di incalcolabile valore in compagnia di uomini occasionali, seppur suadenti nell’aspetto, improbabilissimi; si arriva a Cracovia, lo spartiacque del comunismo papale, ci si rincarna in una papera solo dopo essere passati da meticolosi controlli della pressione, aver solcato strade e redole in sella a potenti motociclette, essersi lasciati incantare dalla bellezza pittorica di un fauno mostruoso e aver sorriso, in compagnia di un’amica, sulla pericolosa utilità della bellezza femminile, carne sistematicamente appetitosa. Per ogni storia, una ricetta, spiegata in modo tassonomico e dettagliato da ingredienti, dosaggi e tempi di cottura, con i due anziani genitori rapiti e assorti dalle narrazioni della loro figlia, che vorrebbe continuare, che vorrebbe che questo stadio intermedio di totale sospensione dove i genitori diventano i figli e la figlia il padre e contemporaneamente la madre, non finisse più. Corrono veloci le macchine, i treni, le motociclette e soprattutto i pensieri in questa piccola ma preziosa raccolta, raccontata in punta di piedi, come se la cosa non riguardasse nessuno o non fosse mai successa, come una novella, insomma, che diventa leggenda a forza di tramandarsi di generazione in generazione, come un libro prezioso che si scambia di padre in figlio come dote preziosa, sette storie senza tempo, né stagione, che ve ne consigliamo la lettura con il tono che si addice ad una maestra al cospetto di bambini altrimenti facilmente distratti da giochi infernali nelle prime ore pomeridiane o proprio come se la sorte v’avesse concesso l’impegno e il dono, proprio come è successo a Monica, di dover accompagnare i vostri due insostituibili vecchi fino al limitare del tramonto.

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