di Roberto Luti

LIVORNO. Non ho molto da dire. Ho affrontato il distanziamento e le restrizioni serenamente, lavorando in casa, confidando nella musica, che è sempre, per me, una valvola di sfogo, un compagno, un mezzo con il quale affrontare e uscire dalle situazioni. Mi astengo dall’esporre le mie opinioni politiche, economiche e logistiche sulla gestione dell’emergenza. Sono passato dall'appoggiare teorie complottiste ad apprezzare l'operato dei governi e viceversa, e ritorno da capo, e tutto ciò che sta nel mezzo. Semplicemente le mie idee me le sono fatte, ma non sono mature, troppo presto, e lascio risposte e chiarimenti alla storia, agli esperti e ai prossimi sviluppi. Sono contento che l'ambiente e la natura ne abbiano guadagnato e spero ci serva da lezione. Noto che le persone abbiano lottato tutte insieme unite contro un nemico comune. Ma fondamentalmente il popolo è da sempre unito in lotta per la propria affermazione e pane quotidiano. Sono sempre stato bene da solo e non ho avuto problemi. Ho notato come le persone a inizio distanziamento si siano cercate affannosamente attraverso i social media, per poi rilassarsi, come abituarsi alla nuova condizione. Temo questa abitudine, l’abitudine a non aver bisogno del prossimo, di un confronto o una condivisione. Temo che abbiamo imparato ad aver sospetto del vicino.

A questo punto è una scelta, se uscire da tutto questo più o meno umani di prima. Le regole di contenimento e distanziamento penso siano state opportune e necessarie, ma anche che ci hanno messo l'uno contro l'altro, e c'è chi può prenderci gusto in questo controllo. Mi auguro che la cosa non scappi di mano e ricordiamoci che nella storia spesso il criminale non è chi infrange le regole. Alla fine ogni stravolgimento è una chance per imparare, conoscersi, fare tesoro della esperienza, sfruttare la situazione per cambiare. C'è chi lo fa genuinamente, una gara dove tutti saliamo sul podio, chi invece la vede come vita mia morte tua. Fondamentalmente non cambia gran che, nel senso che non resta che adoperarsi e lottare, sia privatamente, che non, e far sentire la propria voce. E chi dovrà lottare di più sono quelli che hanno sempre dovuto lottare di più. Adesso è il 3 maggio, le restrizioni si sono allentate, a Livorno c'è il sole, si può camminare sul mare, mascherine e distanza; vado a godermi il mio sole, il mare, la città, la mia gente

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