di Michele Santeramo
TERLIZZI (BA). Che poi, a guardarla per bene, dice che ogni cosa serve.
Mah.
Non lo so.
A me questo fatto di stare chiusi in casa non mi è servito tanto.
All’inizio io a mia madre l’ho detto.
Dico: mà, sicura? Sei sicura?
Lei ha detto: e che posso farci?
Così è stato che Matteo è venuto a stare da noi.
La casa è bella, su due piani, bella spaziosa e intorno c’è il giardino e dentro il
giardino il cane.
Roxy.
Un bel cane. Forte. L’abbaio è cupo, è un cane grande.
Io dormo al piano di sopra.
Loro due sono andati a dormire al piano di sotto.
Per la riservatezza.
Matteo lo conoscevo già da prima. Una persona per bene.
Dice: se devo stare chiuso in casa, lo stare chiusi si sopporta meglio con l’amore
della vita a fianco.
Ha riso quando l’ha detto.
Mia madre anche e io pure.
Però, passavano i giorni.
Le prime urla. Poi qualche giorno fa mia madre l’ho trovata a terra e ho chiamato
aiuto.
Ma è stato troppo tardi.
Non so perché l’ha fatto, non me l’ha detto.
Io ho urlato, ho urlato tanto. Ma non me l’ha detto.
Adesso urlo di meno, solo in certi momenti.
Ho diciotto anni. Devo stare qua.
La casa è diventata mia. Ci vuole qualcuno che se ne prenda cura.
Ho scritto a un professore, una persona in gamba.
Non mi ha ancora risposto, ma forse ha da fare.
Siamo rimasti io e Roxy. Ha un bell’abbaio questo mio cane Roxy.
Quando penso alla malattia io penso che non mi ha preso tutto, e per questo è stata
ingiusta.
Perché se si fosse presa tutto, almeno adesso non starei con questo dolore e queste
grida che ogni tanto io grido dentro la casa vuota e Roxy mi risponde da fuori con
quell’abbaio suo.
È un bel cane Roxy. Io lo so perché risponde con l’abbaio quando urlo. Perché
mi vuole bene. Penso così io.
Domani lo faccio entrare in casa.
Così magari non restiamo troppo soli.
Vengono a trovarmi, ogni tanto. Dei volontari. Mi chiedono come sto e io
rispondo: bene.
Ma non è vero.
Anche i vicini ogni tanto vengono. Mi chiedono: Marco, come stai?
Io rispondo che sto bene, ma non è vero.
Ho scritto al professore per dirgli la verità, ma forse ha da fare.
Non sto tanto bene e ogni tanto mi viene da urlare e lo faccio.
Adesso è buio fuori.
Forse è meglio se apro la porta, chiamo Roxy e me lo abbraccio.
Sì, faccio così.