PISTOIA. I concerti ad alto contenuto rock dove il pubblico, per incolumità e ricatti, è costretto a seguire l’evento restando seduto al proprio posto, equivalgono a masturbarsi con il preservativo. Fatta questa tragicomica peccaminosa premessa (esaustiva per il popolo maschile e facilmente intuibile per quello femminile) e saltando a piè pari tutto quello che riguarda la virtuale ripartenza post quarantena, e ribadendo, a onor di cronaca, quanto poco ci piacciano i copia/incolla dei tributi a chicchessia, ci preme sottolineare quanto bravi e professionali siano i Killer Queen. Bella scoperta, obietterà chiunque, ma noi abbiamo potuto appurarlo solo ieri sera, al Santomato Live, nell’Arena deputata ai dibattiti politici della sinistra, fortunatamente rivitalizzata dalla musica, quella dello staff artistico di Tony De Angelis. Ci saranno anche stasera, gli assassini della regina, per una doppietta/live utile a non lasciare fuori quelli che, per esigenze di distanza, non sarebbero potuti entrare ieri. Yaser Ramadan, voce sontuosa della formazione, seppur bandleader da soli cinque dei venticinque anni della storia del gruppo, è un volto e una voce nota, lanciato in orbita, oltre che per le sue inoppugnabili qualità canore, dai programmi televisivi alla ricerca di talenti.
Il suo diaframma, modulato, possente, gentile, si sintonizza meravigliosamente con la base sonora garantita dal piano e le tastiere di Nicola Angiolucci, che gravita sui tempi, nobilmente datati, di Daniele Trambusti alla batteria, quelli, underground, del basso di Giacinto Bargiacchi e delle due chitarre, elettrica e acustica, di Mario Assennato e dell’indomito rocker Antonio Gabellini, l’unico della formazione a essersi meravigliosamente fermato (in un mix inconfondibile di sagoma, capigliatura, abbigliamento e postura sul palco) ai tempi in cui, i Queen, iniziarono a lasciare uno dei segni meno delebili della storia della musica. Il repertorio - che il pubblico, numerosissimo, ma disciplinato ogni oltre ragionevole obbedienza - che immaginiamo sarà lo stesso che proporranno stasera (per non privilegiare e scontentare nessuno, tra quelli del venerdì e quelli del sabato), ha avuto un esordio parecchio rock (One vision, Keep Yourself alive, I want to break free e Under Pressure), per poi iniziare a planare sui brani più orchestrali della formazione e concludersi in un crescendo epico sulle canzoni leggendarie, da Bohemian Rhapsody fino a We are the champions, passando per Radio ga ga, Don’t stop me now, We will rock you e raccogliendo l’applauso conclusivo sulle note dell’inno inglese (God shave the queen), senza dimenticare, nella scaletta, Innuendo e una tripletta medley, con tanto di omaggio/gemma a David Bowie. La prima lancia che spezziamo, tanto doverosamente, quanto volentieri, è per Yaser Ramadan, meravigliosamente dotato di un diaframma acustico che perfettamente si addice a interpretare un mostro sacro quale è insindacabilmente stato Freddy Mercury; l’inevitabile scimmiottamento imposto dalla ferrea regola dei tributi gli ha comunque evitato di presentarsi sul palco con un abito sgargiante, così come, nonostante la sua naturale presenza attoriale, non si è specchiato nelle movenze indimenticabilmente fashion della sua icona. La band, anche se onorevolmente datata e dunque ormai consacrata dal gradimento, ha svolto con divertita professionalità il compito sonoro, regalando a un pubblico che ha dovuto scalpitare per circa due ore senza poter dare libero sfogo a quello che il rock ispira tutta la piacevolezza della musica. Stasera, come detto, i Killer Queen saranno ancora all’Arena di Santomato, che è riuscita a installare, con tutte le dovute precauzioni, uno spazio musicale dal vivo in tempi brevissimi e garantendo così, fino a ferragosto, un’offerta musicale di cui ne abbiamo tutti una vitale necessità.