di Raffaele Ferro

PISTOIA. Un nome strano in programma alla terza serata di Blues Around, a Pistoia, per la band che ha scelto di unire i cognomi di tre componenti (Eugenio in via di gioia) per segnare il proprio esordio nel 2012, dopo esperienze musicali di strada all’incrocio tra cantautorato e swing-folk italiano. Giovani e freschi di successi (compendio di vecchi brani e nuove composizioni il loro recente album Tsunami) hanno ricevuto il premio della critica Mia Martini al festival di Sanremo 2020 e guadagnato le simpatie di un pubblico trasversale; dai giovani, agli adulti. A Pistoia hanno sostenuto il palco in maniera solida e leggera, leggeri e ondeggianti come i quattro palloncini sistemati in linea sul fondo scena del palco. Quattro: Eugenio Cesaro (voce e chitarra), Emanuele Via (piano, fisarmoniche e cori), Paolo di Gioia (batteria percussioni e cori) e al basso Lorenzo Federici. Atmosfera ridanciana, fin dall'inizio dello show, presentazione della band da una voce fuori campo, e, onestamente, ci è tornato alla mente il Luna Park.

Buone ritmiche, intrecci validi fra i quattro e sin dall'inizio ritmi a cassa dritta e rimbalzi ministrelleschi, fra luci e i palloncini rosa. Boy Band, si diceva un tempo, con tutti i crismi, compresa, come detto, l’ironia, l'impostazione busker di chi è abituato a comunicare simpaticamente e energicamente con il pubblico. Non divaghiamo troppo dicono loro, che già sanno che il botta e risposta con le risate del pubblico sarà il leit motive della serata. Un non-concerto, dice il cantante, uno spettacolo sui generis in cui l'energia è data proprio dal rapporto con la gente venuta ad ascoltarli. Sì, è stato bello, in effetti, questo non-concerto, bello come un giro in giostra o nel Matterhorn del Luna park. Ma poi armonie vocali, bisogna dirlo, molto ben sostenute in sapore antico, mixate col ritmo moderno di oggi. Giovani illuminati da una realtà (del risparmio energetico), cantano in quattro. Solitamente è il frontman che se la vede col pubblico, ma loro - e forse questo è un valore aggiunto - riescono (e ci ricordano quasi la Gialappa's band) perfettamente a intervenire verbalmente, fra brano e brano, parlando e parlando, guadagnando risate e applausi sinceri da un pubblico soprattutto giovane e parecchio divertito. Che sia la nuova frontiera della musica Pop? Che finalmente il concerto sia diventato un luogo di divertimento tout court? Che il taboo del cantautorato serio e compunto stia crollando? Forse. Sicuro è che Eugenio in Via di Gioia sono un esempio di come uno spettacolo possa essere sostenuto anche relegando la musica a contorno (potente, ritmico, tagliente e, ripetiamo, moderno) rispetto, forse un po' retaggio di villaggio turistico, al confronto diretto e sinceramente divertito con gli spettatori.

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