di Chiara Savoi
COLLE VAL D’ELSA (SI). Si ripete la tradizione tracciata dai B-Side nell'accogliere tutto ciò che ha gravitato intorno al Consorzio Suonatori Indipendenti, meglio conosciuti come Csi. Qualche anno fa ospitarono al Sonar, la casa della musica di Colle Val d' Elsa, i Marlene Kunz, poi la prima reunion dei post Csi al teatro di Colle alta (già senza il bandleader) e poi di nuovo al Sonar, Giovanni Lindo Ferretti (foto di Erik Bottega Roots)da solo. Giovedì sera è stato aggiunto un altro tassello a favore della musica Underground degli anni '90. Concerto organizzato dal Teatro del Popolo di Colle Val d'Elsa in collaborazione con il Comune e con l'Azienda Speciale Multiservizi. Concerto in Piazza, nel pieno rispetto dei distanziamenti anti covid. Orario previsto di inizio, 21.30. In genere G.L.F. è puntuale perché, dicono quelli che lo conoscono, vuole tornare a casa presto: infatti non si è smentito: solo 10 minuti di ritardo. Inizia subito con un omaggio a Franco Battiato, Aria di rivoluzione e alla fine del brano fa l'unico discorso di tutto il concerto: Franco, sarò franco: di certo il mar mediterraneo senza te è un po' opaco, meno cristallino ed emoziona da subito il suo già affezionatissimo pubblico. Poi, Produci, consuma, crepa, che ci ha convinti poco come accompagnamento musicale: il violinista ha preso la chitarra e ha abbassato il livello.
Così, quando è arrivato l'ultimo crepa della canzone, l'applauso c'è stato più per affetto che perché guidato dalle note stoppate. Dopo, è stata la volta di Mi ami; l'affinità elettiva è orfana di futuro/ disturba i progetti, rapisce la quiete/ svela i conti in sospeso/accarezzati in sogno in un tempo spezzato che gira e rigira/smettila di parlare, avvicinati un po' e il pubblico applaude fragoroso. G.L.F. legge i testi e ci stupisce che dopo tutti questi anni non si ricordi tutto a memoria. Ancora un brano dei Cccp, Battagliero, un testo forte che però viene accompagnato da una musica leggera, tipo mazurka. Nel frattempo, vicino alla postazione del fonico, qualcuno inizia timidamente a ballare. Lo spettacolo continua, con Curami: prendimi in cura da te/ prendimi in cura da te/ verranno al contrattacco con elmi e armi nuove ma intanto curami. Finalmente, And the radio plays: trema per un non so che si trova a volte a caso e siamo tutti presi e cantiamo e ritroviamo quei files messi da parte, quei testi che hanno accompagnato le nostre vite, quell'emozione di essere ancora una volta insieme. Dopo otto brani non ha ancora parlato con il pubblico e non lo farà fino alla fine del concerto, perché lui è così, prendere o lasciare. Con Stati di agitazione ritorna il violino e la musica migliora notevolmente: va meglio, peggio, qualcosa più di niente e mentre c'è l'assolo del violino, lui sta dietro, mani in tasca e testa bassa e inizia senza interruzione snocciola Intimisto, struggente canzone d'amore: e gli occhi tuoi mi rubano la luce perché tu possa splendere nei miei. Allora non rimane niente e te ne vai. Un'altra bellissima canzone, sul mondo che prima era sangue fertile e ora è invece "debole e vecchio e puzza di sangue infetto. Ripercorre la sua carriera, dai Cccp ai Csi e così arriva Amandoti e con lei arrivano anche diverse decine di cellulari che si accendono e riprendono. Subito dopo, Brace, un gioco antico, pericoloso solo per sé/ appare la bellezza mai assillante né noiosa/ languida quando è ora e forte e lieve e austera/ l'aria serena ma di sostanza sferzante, il trionfo della bellezza, dall'album T.r.e. l'ultimo con i Csi; il concerto, infatti, prosegue con Madre, che rappresenta la sua conversione cristiana, è una vera e propria preghiera e risale al periodo in cui cantava con i Pgr (per grazia ricevuta). Ma il concerto non finisce e G.L.F. torna indietro e si fa a ritroso la sua carriera, ripartendo dai Csi per poi tornare ai Cccp e così ascoltiamo e cantiamo non dire una parola che non sia d'amore, di Lasciami così e ci facciamo trasportare nell'orrore della Guerra in Jugoslavia con Cupe vampe: s'alzano gli occhi al cielo/ s'alzano i rovi in cupe vampe/ piena la luna, nessuna fortuna visto che i cecchini con più luce vedevano meglio. Improvvisamente, una ragazza urla Lindo, facci ballare" e arriva Per me lo so e si accende l’allegria. In molti iniziano a ballare e a godersi questo stare insieme che è bello e arcaico per molti di noi. Mentre la musica va avanti, G.L.F. esce di scena, ma solo per rientrare nell’immancabile bis, una generosa appendice di circa mezz’ora, che inizia con Battiato e finisce con i Cccp e la loro Dans tremolans.