di Chiara Savoi
GAVORRANO (GR). Tailleur nero di pantaloni con una riga di strass sul fianco e la caratteristica nuvola di capelli rossi a coronare una donna straordinaria. I treni a vapore è la prima canzone sono uomini e donne piroscafi e bandiere, viaggiatori viaggianti da salvare e i cellulari registrano e il pubblico canta io la sera sogno perché so sognare e qualcuno si alza per ballare nelle ultime file per non dare noia agli altri e il dolore passerà. L'applauso è scrosciante, c'è la voglia di stare insieme e condividere cose belle. Fiorella Mannoia parla con il suo pubblico alla fine di ogni canzone: grazie, grazie, grazie. Grazie di essere qui. è bellissimo essere qui in questa cornice straordinaria (Teatro delle Rocce, a Gavorrano, un teatro inaugurato nel 2003 che ha rivalutato un luogo dismesso, una vecchia cava di calcare e che ha portato cultura con concerti e spettacoli teatrali in un luogo che era abbandonato). Durante il lockdown abbiamo tutti pensato che saremmo usciti migliori ma io, vedendo come siamo, ho i miei dubbi. Mah, un piccolo esserino come il virus ha messo sotto scacco l'intero pianeta e abbiamo capito solo che non siamo Padroni di niente e così inizia il secondo brano e quando tutti insieme cantiamo e poi succede che pensavo di cambiare il mondo e invece è lui che cambia me siamo tutti molto scossi, è una canzone che parla di noi e di quello che abbiamo e stiamo vivendo ed è anche la canzone che dà il titolo al tour e al suo ultimo album.
Bella la Mannoia quando canta; la sua voce esplode tra le rocce della cava e mentre canta, interpreta, recita, si emoziona e ci lega a lei. Con le mani accentua i concetti, canta ma ci sta parlando e noi cantiamo, ma la ascoltiamo perché parla ai nostri cuori. Qui c'è chi non capisce che soprattutto la vita è un valore e oggi più che mai sentiamo la forza di questa frase. Tocca a Le combattenti, ricordando che ognuno di noi combatte le proprie battaglie e siccome non le conosciamo, sarebbe buona cosa essere gentili sempre con gli altri. La Fiorella femminista è lì che freme. Senza paura di adoperare l’aggettivo, dedica Nessuna conseguenza a tutte le sorelle affinché escano più forti ma soprattutto vive ed è una botta allo stomaco, il maltrattamento dell'uomo che dice alla donna di non fare niente da sola perché tanto lei non è capace e invece lei si stacca e mi sembrava di non essere all'altezza e invece pensa, io non mi sono persa e non sei necessario alla mia sopravvivenza e lo sai che l'amore se lo tieni chiuso a chiave alla fine guarda altrove. Si è sempre stata schierata dalla parte giusta la cantante 67enne romana: contro il femminicidio, i soprusi e alla domanda se si considera femminista, risponde fiera che lo è e che dovrebbero esserlo anche gli uomini. Ne conosce tanti che lo sono, ma c'è bisogno che siano molti di più. Oggi è stata uccisa una donna, ieri un'altra e tre giorni fa un'altra. Gli uomini devono capire e accettare che noi non siamo oggetti. Come si diventa uomini e donne? Con il dialogo, con l'etica intellettuale. Insegniamo ai nostri figli questo rispetto reciproco così diventeranno davvero esseri umani grazie alla bellezza di Imparare ad essere una donna. Con lei, sul palco, De Crescenzo e Rosati alle chitarre, Di Francesco arrangiamenti e percussioni, Fisigelli al basso, Corradini alla batteria e Storniolo alle tastiere, ma soprattutto al pianoforte. Come si cambia e tutti a cantare. Poi un'altra canzone del nuovo album Si è rotto, una canzone che mi ha emozionato appena me l'hanno proposta, forse perché sembra un walzer e mi ricorda mio padre che cercava di insegnarmi a ballare e forse perché davvero qualcosa si è rotto. Non poteva certo mancare uno dei suoi mentori, Ivano Fossati, presente nel suo penultimo album con il motivo dedicato a Penelope. La confidenza e il calore dell’esibizione scatenano il suo slang metropolitano: la conoscete tutti la storia di Penelope, no? Chi se la ricorda, bene, e se no, chissenefrega, con tanto di parziale striptease al termine dell’interpretazione, togliendosi giacca e scarpe e ballando scalza. È tempo di La cura, di Franco Battiato; un momento solenne. Gli strumentisti la lasciano sola in compagnia del pianoforte; il pubblico ricambia con un’ovazione verticale finale: tutti in piedi. In viaggio ha già nove anni. L'ho scritta pensando a cosa avrei detto a mia figlia se ne avessi avuta una, o a mio figlio. Cosa si può dire a un figlio che vuole partire? Io non ho avuto figli, ma non per questo non posso immaginare come sarei e non c'è bisogno che vi spieghi che noi donne siamo tutte madri, anche senza figli. Potenza delle parole, meraviglia della voce, allegria dei movimenti. La Mannoia alla fine della canzone manda un bacio a chi tra il pubblico si è commosso con lei e in Che sia benedetta, il brano subito dopo in scaletta, la voce è strozzata dall'emozione. L’omaggio successivo è per Gino Strada. Se volete sapere chi fosse Gino Strada, guardate chi lo piange. Gli altri sono il nulla. Emergency ha salvato dieci milioni di persone, ha salvato quello che la follia umana distrugge. E adesso vi canto la canzone che Gino voleva cantassi al raduno del 5 settembre e che ogni volta che la canterò penserò a lui: Il peso del coraggio. Ci vorrebbe più rispetto, ci vorrebbe più attenzione, ogni gioco ha la sua parte. Che strazio di dolore e che voglia di giustizia. È tempo di stemperare un po’. Adesso alleggeriamo. Nel 1981 la mia casa discografica mi vedeva rock, ve lo ricordate? Certo, Caffè nero bollente e chi può, tra il pubblico, si alza e balla. Poi Sally e i cellulari in delirio. Inizia a piovere, ma non si muove nessuno; sì, certo, qualche ombrello e kway, ma tutti a cantare anche perché c'è La gente parla e non si può non condividere. Siamo ancora qui chiude il concerto, ma confida che lo sa che noi sappiamo che lei uscirà, ma che se la chiamiamo ritornerà, quindi esco, ma poi ritorno, eh! Si ripresenta con la t-shirt di Emergency e canta Lucio Dalla e Quello che le donne non dicono. Poi ci ringrazia e ci ringrazia ancora perché la vera rivoluzione è la cultura, la condivisione e il rispetto, tutte cose che stasera erano lì, sul palco del Teatro delle Rocce, a Gavorrano.