PISTOIA. Potrebbe capitarvi, una domenica sera qualsiasi, che qualcuno vi inviti a uscire di casa per andare ad ascoltare e, anche, certo, vedere, il Lovesisk Duo. Beh, il consiglio che vi diamo è che, anche se ne fareste volentieri a meno di farvi una doccia, vestirvi e rimettervi in movimento anche dopo una giornata faticosa, uggiosa (scegliete voi l’aggettivo più fastidioso), assecondiate la richiesta; ne vale la pena. Abbondantemente. Sì, perché è successo anche a noi, proprio ieri sera, che abbiamo vinto, tra non poche titubanze, l’amletico dilemma: restare in casa o uscire? Siamo usciti, siamo andati alla Fortezza Santa Barbara, di Pistoia e abbiamo assistito, tra piccoli scrosci d’acqua e schiarite, alla seconda e ultima serata di questa gradevolissima appendice sonora del Festival Blues 2021. E il sipario, si è aperto proprio con loro, Paolo Roberto Pianezza, bolognese e Francesca Alinovi, emiliana e bolognese adottata, ma di Collecchio, Parma, per la precisione, i Lovesisk Duo, che girano in lungo e largo il pianeta invitati ovunque si faccia musica inscindibilmente legata all'allegria. E infatti, appena iniziate le danze americane degli anni ’50, abbiamo dovuto necessariamente constatare la loro perfetta allegra e professionale simbiosi e ringraziato il caso di non esserci lasciati vincere dalla pigrizia, perché ascoltarli, vederli, applaudirli è un inesorabile tutt’uno.
Sono una piccola, grande orchestra, che suona, meravigliosamente, la chitarra elettrica, quella acustica e semiacustica, la lap steel a manico singolo e doppio, la chitarra resofonica e il dobro (lui) e il contrabbasso con tanto di brush pad incorporata fatta vibrare con una spazzola da batteria che, lontano dall’uso, tiene tra i denti. Bravi, bravissimi; simpatici, simpaticissimi; affiatati, affiatatissimi, nel country come nel rock and roll, passando per lo swing, un piacere indiscutibile per la vista, l’udito e il buonumore, un modo antico, ma originale, di arrivare diritti al cuore e alle corde del piacere del pubblico. Dopo di loro, con il pubblico che si è dovuto difendere dal primo rovescio accatastandosi sotto il palcoscenico (molto stile Porretta Soul Festival, anche se lì, come noto, non piove mai) o lungo il piccolo riparo in fondo al giardino, Andrea Cek Franceschetti, volto, musica e stile conosciuto da circa sei lustri, arrivato a Pistoia accompagnato dagli Stompers, che sono Giorgio Peggiani all’armonica e alla voce, Alessandra Cecala, contrabbasso e voce e Annalisa Giudici Favero washboard e voce e che a loro volta hanno preceduto i Superdownhome, coppia ruralblues formata da Henri Sauda e Beppe Facchetti, uno dei modi migliori di chiudere un altro sipario pandemico e augurarsi che la prossima estate, per il Festival Blues di Pistoia 2022, il palco (seppur laterale - chiedetelo ai Pearl Jam - è più bello) torni davanti le logge di Palazzo di Giano e che per il pubblico non ci sia più bisogno di provvidi distanziamenti su seggioline e che all’ingresso non occorra esibire nulla di personale, se non il biglietto.