di Lisa Pugliese

PISTOIA. Lo ammetto, erano anni che non tornavo al Santomato live club, complice la pandemia da Covid 19, ma se non fosse per la modifica all’orientamento del palco, il tempo qui sembrerebbe essersi fermato. L’atmosfera gioviale e informale è quella tipica di un circolo, ma la gestione tecnica di luci e audio è decisamente il top! Il pubblico di ogni età è carico di adrenalina, la sala è piena e alle 22.30 in punto Nick Becattini, talentuoso chitarrista pistoiese classe 1962, sale sul palco insieme alla band: Andrei Keki alla tastiera, Carmine Bloisi alla batteria e Andrea Cozzani al basso. Nick parte con un intro strumentale e prosegue con un pezzo da lui cantato, le sue mani scorrono su e giù sulla chitarra con un assolo che pare un vero e proprio dialogo e noi ascoltatori in estasi ci accontentiamo - per una volta - di fare il terzo incomodo. Si prosegue alternando brani elettrizzanti a lenti blues, chiudi gli occhi e ti immagini in un sobborgo fumoso di Chicago o New Orleans. Duole doverlo dire, ma il momento di gloria del celebre chitarrista si conclude con You’re the one for me, allegra ballata dedicata alle donne, perché quando Lei entra sul palco, inghiotte il palcoscenico in un solo boccone: la voce e la presenza carismatica di Ty Le Blanc sono come una bomba per lo show, il suo ruggito è quello di una pantera uscita da un recinto in cerca della libertà. E la trova, indubbiamente, con il suo timbro limpido e potente, un po’ Tina e un po’ Aretha, accompagnata dal sassofono di Cris Pacini, la vera ciliegina sulla torta di questo magico show.

Il pubblico è quasi all’apice, quando Ty intona You make me feel (a natural woman), accompagnata da Andrea Ranfagni, bravissimo, anche se un po’ sprecato nel ruolo di corista. Solo l’assolo di sax regalatoci da Cris riesce per pochi minuti a rubare la scena a Ty, questa cantante texana che ormai da quasi dieci anni collabora con Becattini, la cui voce ti esalta come il primo caffè del mattino e, contemporaneamente, ti coccola come il bacio della buonanotte di un bambino. È questa infatti la sensazione che arriva dalle note di Georgia on my mind, brano la cui nostalgia non necessita di alcuna spiegazione emotiva. Ma questi sette personaggi, come direbbe Luigi Pirandello, hanno trovato molto di più che un autore su quel palco: suonano e cantano, ridono e scherzano, parlano con noi e ballano. Il sassofono si prende una pausa, mentre Ty ci canta Don’t let go, di cui è anche coautrice, deliziandoci subito dopo con una versione soul/r’n’b della magnifica Part time lover, di Stevie Wonder. Ma poteva forse mancare il re del blues, Mr. B.B. King, in questa serata dedicata alla Musica con la M maiuscola? Ed è di Andrei Keki lo splendido assolo di tastiera che ci delizia questa volta. Un riarrangiamento di It’s a man’s man’s man’s world di James Brown ci accompagna mano nella mano al termine della serata, il sassofonista ritorna sul palco e tutti insieme ci fanno ballare sulle note di Rock me baby (sì, B.B. King domina, e meno male). Becattini si riprende la scena presentando uno a uno tutti gli artisti che hanno calcato il palco durante la serata e quando stai per accettare il fatto che il concerto sia finito, accade una cosa meravigliosa: Ty Le Blanc intona Stand by me, che verso la fine si trasforma in Pregherò (ricordate vero, la versione italianizzata di Adriano Celentano)? facendomi venire le lacrime agli occhi. Lo so, sono di parte, ormai l’avrete capito, ma Stand by me è la mia canzone preferita e non mi emozionavo così tanto, da quando ho sentito la versione di Tracy Chapman al Teatro Verdi di Firenze, nel lontano 2009, incinta di 8 mesi di mia figlia. A proposito, ve l’ho detto che c’era anche questa piccola tredicenne tra il pubblico? Ed è stato proprio durante l’ultimissimo pezzo, Chain of fools, di Aretha Franklin, che mi ha bussato sulla spalla dicendomi mamma, ma il disco lo compriamo, vero? ricordandomi che ancora una volta, laddove il mondo che ci circonda divide e allontana le generazioni, la Musica con la M maiuscola, indistintamente, le unisce.

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