di Fiorenzo Giovannelli

PISTOIA. Una serata, quella trascorsa al Circolo ricreativo di Piteccio, ridente frazione di Pistoia, che è stata la prima di un Luglio che si preannuncia intenso di eventi - giunto al suo terzo anno di realizzazione – e sembra destinato a diventare un appuntamento classico. La serata è bella, addirittura fresca, pubblico numeroso, che tradisce la naturale voglia, personale e collettiva, di musica dal vivo, dopo una pandemia e una quarantena interminabile che ha minato le elementari nozioni della voglia di vivere. Una serata, a detta di tutti, particolarmente intensa, che restaerà, assieme a tante altre pagine da scritte anche dai protagonisti di ieri sera, negli annali di una città con un’origine particolarmente controllata, quella del Blues. Ad aprire le danze, e a far capire ai presenti che cosa succederà di lì a poco, la The TNT & Dynamite Blues Band, che ha il pregio di introdurre musicalmente la serata e di creare tutta una serie di aspettative strumentali che verranno ampiamente soddisfatte nel giro di brevissimo, quando gli apripista lasceranno spazio a una delle numerose formazioni di Nick Becattini. Da quel momento, quando la scena e il groove se le prendono la sua sei corde, la serata entra in un’atmosfera senza ricordi e senza prospettive, in un presente senza tempo, dipinto dalle note sconfinate e universali del Blues, come se tutto fosse proveniente da un universo senza soluzione di continuità, con l’impossibilità di intravedere le origini e ancor meno scorgere la fine.

Ma Nick non è più soltanto chitarra e voce; il tempo gli ha regalato esperienze, successi e i ricordi iniziano a essere carne di aneddoti, con i quali spezza, da istrione consumato, l’emozione pura e cruda della musica. Con lui, sul palco, a garantire un’armonia impeccabile, alcune delle sue storiche, indigene, amicizie strumentali sicure, affidabili, all’altezza di una serata che ha tutte le caratteristiche di trasformarsi in un evento: l’armonica di Fabrizio Berti, tanto per fare un esempio, il primo, che ha la stessa identica importanza degli altri che seguiranno; la chitarra di Sergio Montaleni, la batteria di Enrico Cecconi, il basso del primo dei forestieri, lo spezzino Andrea Cozzani, l'Hammond, stratosferico come gli strumenti passati finora in rassegna, del secondo naturalizzato pistoiese, il massese Keki Andrei. Siamo qui per fotografare, per immortalare un’altra indimenticabile serata; solo dopo, ci chiederanno di dare alle nostre immagini anche un altro senso, il verbo e memoria scritta. Lo facciamo volentieri, non foss’altro per avvicinarci ancor di più alla luce della musica, dalla quale riceviamo calore e gioia da tempi immemorabili. E le parole vengono suggerite dal ricordo delle immagini, da quegli attimi nei quali fermiamo la nostra attenzione, non certo la musica. Chiudiamo l’occhio sinistro; il desto lo immergiamo nella fessura che si apre sull’obbiettivo e la musica che ci entra dentro, come quella dettata dal roteare del Leslie, ci riporta indietro nel tempo, in quei suoni primitivi che sono cardini senza tempo del mondo del Blues che non smette mai di stupire, incalzato, ieri sera, da Nick e dai suoi amici, Fabrizio, Sergio, Enrico, Andrea e Keki e un pubblico, a fine esibizione, ingentilito e impreziosito da un nuovo regalo musicale. La platea, nel giro di breve, si trasforma in una piazza di vita e il popolo del Blues decide di scrivere ancora una volta le sue volontà, quelle di potersi lasciar guidare dalla musica, ballando senza remore alcune, ognuno con il proprio stile, spesso davvero improbabile, così come si fa con il Blues e con nessun’altra musica! Fino all'ovazione finale, quella che ha sancito, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il Blues non muore mai; ogni tanto si appisola, ma solo per riprendere le forze: go with blues!

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