PISTOIA. Il Circo, per fortuna, non esiste più. Luogo sacro, beninteso, ma quella rassegna coatta di fiere costrette a esibirsi per suscitare un unico gigantesco ohohohoho, è stato quasi del tutto abolito. I clown, però, gli acrobati, i prestigiatori, senza dimenticare i musicisti, e tutto ciò che produce insindacabile ammirazione da parte di chiunque, quelli vanno protetti, diamine. Tre di loro, al secolo Nuova Barberia Carloni, li abbiamo visti ieri sera al Piccolo Teatro Bolognini, in una platea gremita di bambini, purtroppo accompagnati dai rispettivi genitori, molti dei quali, mentre sibilavano shshshsh ai propri pargoli per farli tacere, controllavano, a ingiustificabili ritmi compulsivi, i propri telefonini, pensando, chissà, che l’irritante schermo luminoso azionato dai genitori risulti meno fastidioso dell’innocentissima voce dei figli. Ma Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini e Alessandro Mori, i tre aspiranti Figaro, essendo abituati a intrattenere un pubblico più piccolo, agli schiamazzi e ai contrattempi fonici e luminosi della sala sono necessariamente abituati e il loro spettacolo, un acrobatico, musicale, spiritosissimo puro impeccabile intrattenimento, non ne ha minimamente risentito.

Il piccolo palcoscenico della succursale del Teatro Manzoni ospita, con invidiabile disinvoltura, tutta la scenografia dello spettacolo diretto da Mario Gumina: la vecchia poltrona in pelle, regolabile in altezza e angolazione, rigorosamente tagliuzzata e i vari accessori che ingombravano con familiare calore i vecchi saloni dei barbieri, luoghi aperti al solo pubblico maschile. Sui tavolini bassi a disposizione dei clienti in attesa del loro turno barbaecapelli si ammassavano, abitualmente, quotidiani sportivi, rotocalchi di motori e qualche rivista di piccanti pubblicazioni femminili, dalle quali, in omaggio, con il mese di dicembre, veniva dato anche il calendario, raffigurante, quasi sempre, dodici gnocche esplosive, spogliate nello stesso identico modo a febbraio come a luglio. Immagini di veline ammiccanti al sesso, ieri sera, non ce n’erano, naturalmente; tutto il resto, sì, però, con l’aggiunta, senza tempo, della straordinaria, poliedrica ed elastica bravura dei tre protagonisti, impeccabili musicisti, simpaticissimi saltimbanchi, rispettabilissimi acrobati, vicendevolmente sorretti da un divertente groove armonico figlio e frutto di innumerevoli e instancabili prove.

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