PISTOIA. Ci vorrebbe un locale così, a Pistoia, casomai nell’emisfero occidentale della zona a traffico limitato, ossia dalla parte opposta rispetto a dove già si trovi il Megik Ozne. Si potrebbe allestire in via della Madonna, perché no, usando con cautela i sistemi di amplificazione, visto che la strada pullula di abitazioni e residenti. E come si potrebbe chiamare? Bonnie & Clyde, che ne pensate, immaginando la leggendaria scia che si sono lasciati, per sempre, i due banditi statunitensi che fecero letteralmente impazzire gli agenti e suscitarono, inconsapevolmente, quel misterioso fascino che si abbina ai supereroi, come lo sono stati, seppur solo nei fumetti, Diabolik e Eva Kant. Nella città del Blues, però, non potrebbe sorgere un nuovo locale su quelle caratteristiche musicali; ci vuole qualcosa di nuovo, tipo Bonnie & Clyde Rock Club, con una frequenza strumentale di artisti però non necessariamente legati al R&R e ai suoi derivati più prossimi.

Ogni tanto, insomma, nel locale che potrebbe avere il palco proprio alle spalle della vetrina che si affaccia sulla strada, ma che conserva il proprio anonimato grazie a tende che ne oscurano le sagome dei presenti, al B&C potrebbero esibirsi, pensiamo, eh, gli indigeni Emiliano Degl’Innocenti alla chitarra e alla voce e Enrico Cecconi alla batteria e, in questi giorni d’estate dove l’afflusso turistico aumenta a dismisura, Manuel De Villiers al basso e Tom Blacksmith all’armonica, nomi che ci siamo inventati pescando nell’inflazionato immaginario collettivo. Voi non ci crederete, ma siamo sicuri che ne potrebbe venire fuori un concerto di tutto rispetto, con un quartetto (il fotomontaggio è opera della moglie del Cecco, la vocalist Laura Donati) che seppur non rodatissimo perché non certo abituato a esibirsi in compagnia, non avrebbe la minima difficoltà a trovare, nel solo giro del soundcheck, l’indispensabile, meraviglioso e applaudito groove, quello che trasformerebbe una serata in compagnia in un piacevolissimo dopo cena a suon di blues e rock blues. Chissà in quanti leggeranno il pezzo e tra questi, chissà quanti vorranno e potranno raccogliere il nostro disinteressato (per lucro, non certo per passione) suggerimento e stabilire, in men che non si dica, la necessità di un locale come quello descritto. Basterebbe, tanto per pianificare il progetto, stabilire, in nome di una pacifica e civile convivenza, di non poter andare oltre le 23,30, con la musica dal vivo; ne godrebbero i residenti non affascinati dal cantiere, ma anche quelli che saluterebbero l’idea a pieni voti, visto che a Pistoia, di locali dove si suona davvero, ce ne sono sempre meno e pochi, pochissimi. A noi, la nostra fantasia, piace, parecchio; se fosse gradita anche a voi, beh, vediamoci una di queste sere in via della Madonna, al Bonnie & Clyde Rock Club: qualcuno a suonare, lo dovremmo trovare!

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