di Francesca Infante

PISTOIA. Quando siete a teatro, o al cinema, durante la visione, provate a guardare le persone che avete attorno. Fra di loro ci sarà sempre almeno uno spettatore che farà quel movimento in avanti: si staccherà dal suo comodo schienale e si protrarrà verso ciò che sta guardando. In quell'istante lui non esiste più, è parte di ciò che vede. Ecco: quella è la potenza con cui l'arte può coinvolgere (e stravolgere). Accoglienza: è quello che senti quando varchi quel cancello. Forse sono le lucette che vanno da un tetto all'altro, sovrastando dolcemente il cortile interno, o quell'aria vintage che ti fa entrare in un'altra epoca dove tutto sembra un po' più sereno, o quelle locandine appese, che ti fanno respirare aria di teatro, e amore per il teatro. O forse è tutto questo. Nel 2003, Antonella Carrara, Lisa Cantini, Mirella Corso e Francesca Giaconi, organizzavano sul territorio di Pistoia laboratori e attività teatrali con l'Associazione Culturale Studio Blu. Nel 2004 avviene un incontro decisivo, quello con il produttore teatrale Andres Neumann. Il gruppo iniziava già ad allargarsi, prendendo una formattazione internazionale. A lui si vanno ad aggiungere Enrique Vargas (regista e antropologo, fondatore del rivoluzionario Teatro de los Sentidos), Juan Carlos Corazza (formatore, maestro di Javier Bardem e di molti attori di fama) e Jean-Guy Lecat (storico scenografo di Peter Brook). Questi maestri del teatro internazionale hanno nel tempo condiviso il progetto e deciso di collaborare attivamente alla creazione di un vero e proprio Centro Culturale con caratteristiche innovative: l'attuale Funaro, che nasce nel 2009.

Enrique Vargas, insieme a Jean-Guy Lecat, con l’architetto Gianluca Mora e Alberto Vescovi alla direzione dei lavori, collaborano all’ideazione degli spazi il che ha significato, accanto all’opera di progettazione e ristrutturazione, svolgere un importante lavoro sulla memoria e sull’immaginario attraverso ricerche, testimonianze delle persone del quartiere, recupero di immagini storiche del luogo, ovvero un insieme di vecchi capannoni e magazzini ad uso artigianale. Con l’apertura del Funaro, Enrique Vargas e il Teatro de los Sentidos stabiliscono qui la sede italiana della Scuola sul Linguaggio dei Sensi. Quando vedrete in giro il depliant del Funaro Centro Culturale di Pistoia, non ignoratelo, prendetelo, apritelo, leggetelo. Ad inaugurare la stagione, quest'anno è “Juri the Cosmonaut”, di Giorgio Bertolotti e Petr Forman, e lo fa portandoci  nello spazio, in un bizzarro viaggio intergalattico, insieme ad un astronauta un po' clownesco (fino al 29 ottobre, in doppia replica quotidiana 18.00 / 21.00).‘A megghiu parola è chìdda ca ‘un si dice (la miglior parola è quella che non si pronuncia),  e forse è il miglior modo per presentare L'Abisso (29 novembre alle ore 21) di Davide Enia, Premio Hystrio Twister 2019 come miglior spettacolo della Stagione, che tratta con delicatezza e profondità il tema dell’immigrazione, dell’incontro tra culture. Non una semplice opera teatrale, ma un inno all'umanità. La Tempesta”, del Teatro del Carretto: “Paper cut”, in prima regionale, con l’israeliana Yael Rasooly: vincitore di numerosi premi internazionali, lo spettacolo è un racconto surreale e molto ironico in cui si fondono diversi linguaggi, dal teatro di figura, al canto, al teatro di oggetti. E infine, l’ultima data assoluta per l’Italia di Moving with Pina, di e con Cristiana Morganti, lavoro che nel 2010 ha inaugurato la carriera da solista e coreografa della danzatrice interprete per oltre venti anni di Pina Bausch. E molti altri titoli, e iniziative, che troverete sfogliando tra le pagine di quel depliant. Un'Agorà culturale, dove il teatro contemporaneo internazionale ha trovato una residenza e si è fuso insieme a una scuola di formazione teatrale per tutte le età, a una biblioteca dove ogni appassionato di teatro può rifugiarsi e trovare ciò che cerca; un luogo che i cinefili sognano da sempre (la deliziosa iniziativa del CineTandem, una sala con proiezioni a sorpresa, per solo due persone) e una caffetteria dove poter raggruppare le idee. Questo è quello che sono riuscite a creare quelle quattro donne, e quest'anno il loro lavoro compie dieci anni. Dieci anni, di fatica, ma anche passione, amore, accoglienza. E impegno.

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