di Ivano Montano
SALERNO. In tutto il mondo è notte polare. Una notte buia, che dura mesi; le nostre vite congelate, cristallizzate. Stalattiti e stalagmiti di progetti futuri che diventano sogni. Chi ha spento la luce? Faccio fatica a pensare che sia stata Madre Natura che, seppur talvolta matrigna, non sarebbe mai capace di creare un killer invisibile, dopo aver dato vita a capolavori da togliere il fiato. Michelangelo Buonarroti non esultò certo con una bestemmia, quando portò a termine La Pietà. Il virus senza pietà sarà roba da laboratorio chimico di qualche base militare. Intanto, anche qui in Terronia, siamo in piena resistenza; sono barricato in casa con la famiglia; la porta di casa è ormai adibita a porta da calcio. Le interminabili sfide a rigori con mio figlio scandiscono il tempo, rallentato come il motore del Paese. In porta entrano i gol, solo loro. Tutti gli altri, amici, parenti, rappresentanti del Folletto e postini, fuori. Nella vita prima della guerra, stavo cominciando ad apprezzare l'utilità del mio acufene, che da due anni mi ha ovattato l'orecchio sinistro: almeno, mi faceva ascoltare solo la metà delle cazzate della gente.
Oggi, pagherei per avere in dotazione quattro orecchie. Perché ho fame di stronzate, di rumori, ho fame di traffico, di casino. Ho fame di quotidianità. Quella che, prima, mai avrei pensato fosse una ricchezza. Il tempo che passa è Purgatorio; stiamo espiando chissà quali peccati per vedere la luce del sole, per ritornare a vivere senza trattenere il respiro, incollati alla TV per il bollettino delle 18, o per l'ennesimo decreto del Premier. Le nostre vite sono appese alle parole di Borrelli e Conte, come i nostri indumenti agli stenditoi sui balconi. Perché siamo terroni e, fino a quando ce la facciamo, sui balconi cantiamo pure. Fino a quando ce la facciamo, pensavo: questa è la seconda, grande sfiga che mi è capitata; la prima, più di venti anni fa, quando conobbi il mio migliore amico, Gigio Scardigli. Il tempo di affezionarmi e via, è tornato nella sua Pistoia. Dove ancora mi aspetta per una tagliata e quattro risate. Ho un motivo in più per resistere: adoro la tagliata.