di Claudia Pelosin
MILANO. Radio accesa H24 in cucina, news e classica; passi dal salotto dove c’è la tele accesa e non perdi niente; il corridoio non è lunghissimo: c’è un uomo che conosci bene, parla al telefono a viva voce passeggiando avanti e indietro. Ognuno ha i suoi percorsi e le sue celle, eufonia, sovrapposizioni di litanie, che si ripetono, sussurrate, luci basse che si risparmia, frigo pieno, dispensa anche, gatto stranito, sempre affamato, ansia che contagia.
Ma quanta polizia c’è in giro oggi?
Hai firmato per il commissariamento della Regione?
no ho firmato la petizione però, più tamponi per tutti!
Che nessuno mai, come ora, ha desiderato essere tamponato, industrializzato, occupato, contattato, spronato, informato, motivato, fortunato, guardato, leccato, palpato, rasato, pagato, liberato, consolato, invitato, baciato, carezzato, coccolato, cioccolato, sformato, brasato rosolato, bicarbonato. E Pomellato!
però Se non ce la faRemo ce la faRomolo; è bella… Ciao! Cantiamo.
Avere un balconcino anche di un metro quadrato aiuta: uno si ficca al sole, come può. Sì, sole e silenzio rotto ancora da troppe sirene di ambulanze. E il fracasso dei tram, non si fermano mai, perché sono sulla linea degli ospedali
Tristezza. Cucini tu stasera?
Oggi ho starnutito al super
Occhio che ti arrestano
Avevo la mascherina, quella chirurgica, non passa un soffio, ho fatto la prova con l’accendino, mica come quelle che ha fornito Zaia il fenomeno, che se non c’era Crisanti…
Ho fatto un acquerello, una torta all’arancia e svariate altre leccornie; s’ode la fontanella della piazzetta, nessun silenzio fu mai così perfetto; ho comprato anche i fiori che costavano come due pagnotte, ho messo in ordine gli armadi, ho fatto ginnastica e ho guadagnato uno stiramento lombare.
Ma hai finito Vita e Destino?
Si, le ultime 100 di 750 fucking long pages, ci voleva la quarantena
Non lavorerò per chissà quanto tempo, è tutto bloccato, questo è un serio problema
Vabbè vediamo dai, stiamo a vedere che succede…
ma che succede, Milano mia, Lombardia larga come una bugia, serve una magia: andate tutti via
Il pediatra che visita venti bambini al giorno è andato dal ferramenta sotto casa a comprarsi una visiera… e se mi trovi stanco e se mi trovi spento… adesso e quando tornerà l’incanto di te vicino a me… il tempo per partire, il tempo per restare, il tempo di lasciare, il tempo di abbracciare… Ovunque proteggi.
Seguo webinar, divoro workshop, degusto wasabi, preparo wunderkammer, wikiviaggio, ascolto Wagner, ma neanche in quarantena amerò mai i wurstel. Wacca boia.
Segnati zoom dinner venerdi con Maria e sabato con gli Albigiani
la mamma era super contenta di vedere tutti i suoi figli in Tv, mio fratello ha collegato il pc, era davvero felice, non si capacita di come possa essere possibile tutto ciò; quello che passa nella testa dei nostri vecchi, quelli rimasti, non trova probabilmente nessuna corrispondenza
La vicina mi ha finalmente parlato oggi! prima non sembrava interessata a incrociare il mio sguardo e il mio mondo. Che cazzata che si diventa più buoni; in realtà sono la paura, la solitudine, l’ignoto che quando non trovano altri sbocchi fanno scaturire un po’ di grazia: un po’ di grazia per noi signore e signori… anche io dovrei
Effetti positivi dello spaesamento, servono argini
Servono angeli