di Monica Arcangeletti

ROCCA DI PAPA (ROMA). Descrivere stati d’animo in un periodo unico nel suo genere senza cadere nel generico e nell'ovvio è praticamente impossibile. Lavoretti di casa, riflessioni, noia, malumori… Poi, però, mi rendo conto di quanto sia stato terapeutico, a livello individuale e nel contesto familiare. È un'ulteriore opportunità per conoscere noi stessi e gli altri in momenti estremi, perché così sono questi giorni di paura e insicurezza. È retorico dire che viviamo di fretta e non abbiamo tempo di approfondire. Adesso non ci sono scuse e possiamo farlo, dobbiamo farlo. La sorpresa più grande è stata la reazione dei miei figli; loro non hanno mai superato la soglia della tolleranza, non hanno mai chiesto ciò che non era permesso, non hanno mai osato, pur avendo di fatto rinunciato alla loro vita: Paolo, ventiquattro anni, tornato da Milano dove lavora, un mese in solitudine nel suo appartamentino e poi il bisogno di casa e di famiglia. Bisogno del FARO. Il sentirgli dire che non si sarebbe visto in altri luoghi se non a casa con la sua famiglia mi rende fiera; Riccardo, quattordici anni, una vita strapiena di scuola, sport, compagni e ragazze, ma lui è l’ottimismo in persona, quello che nei momenti tragici ti dice andrà bene vedrai. Quattordici anni di pura filosofia e buon senso. Entrambi mai una parola fuori posto, mai.

E come avrei potuto dimostrare loro insofferenza? Nella nostra vita schedulata e pianificata al dettaglio abbiamo provato l'esperienza del vivere giorno per giorno", questa sconosciuta! Tutto questo è il motivo per cui siamo sempre riusciti a trarre forza dal nostro amore e dalla nostra unione. Insieme siamo imbattibili e vinceremo anche questa clausura non richiesta e apparentemente immotivata. Ah, già, dimenticavo: il più felice, comunque, è stato il cane, che non si è mai sentito solo.

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