PANICALE (PG). C’è poca gente, a Panicale. Borgo incantevole e incantato alla periferia di Perugia, che da uno dei suoi varchi guarda il lago Trasimeno come se fosse suo. In realtà lo è. Lo hanno capito perfettamente i molti statunitensi che lì, in quella stupefacente location (si può scrivere, parliamo di yankee), si sono assicurati un posto in paradiso, nel paradiso che esiste e per il quale non occorre essere stati buoni buoni, per meritarlo. C’è poca gente a Panicale, nonostante la giornata ultra primaverile battezzata dalla domenica delle Palme e dall’ora legale, perché la pandemia è ancora tra noi e i vaccini, invece, che ci dovrebbero essere, sembrano ansiosi di aspettare nuove varianti e ondate, per farsi inoculare. Ma quelli di Ponte di Archimede Produzioni e Stazione Utopia non si sono lasciati scoraggiare e seppur vigili sui probabili contagi e allertati da ogni misura cautelare, per l’ottantottesimo giorno dell’anno, il Piano Day, il Natale dei pianisti (ottantotto sono i tasti di un pianoforte), si sono fatti trovare pronti e sono riusciti ad allestire una delle celebrazioni rivolte al futuro più belle che si potessero pensare, anche al di là del Covid.
Certo, nel Teatro Cesare Caporali, in quella piccolissima perla sfuggita ai riflettori consumistici, non c’era nemmeno uno spettatore, se non le mamme (i papà, come al solito, latitano) dei quattro allievi della Scuola di Musica del Trasimeno (Nicole Altieri, Giada Fanfano, Arun Ferrara e Giorgio Papa, in ordine alfabetico) che hanno preceduto, in coppia, con piccoli saggi, le rispettive esibizioni dei due Maestri, Patrizio Fariselli e Bruno Canino, due straordinari interpreti di alcune latitudini sonore, scelti da un altro Maestro, Antonino Siringo, direttore artistico dell’evento e che si è preso la briga, al termine del lungo meraviglioso pomeriggio, di salutare tutti aggiungendo, alla bellezza regalata fino a quel momento, anche la sua dote. Sono stati loro, l’ex tastiera di Demetrio Stratos e il partner ideale, da sessant’anni, dell’altro Maestro, Antonio Ballista, a raccontare al Mondo, che ha potuto seguire la diretta assicurata dallo streaming di Facebook, alcune, non tutte, ci mancherebbe altro, possibili declinazioni della musica. I pochissimi fortunati addetti ai lavori hanno potuto seguire le due performance accomodandosi sulle sedie disposte sui piccoli loggiati del Teatro; tutti quelli che a Panicale, domenica 28 marzo, c’erano, anche non volendo, le note dei due Maestri hanno dovuto ascoltarle, visto e considerato che gli staff delle due associazioni che hanno organizzato e finanziato la manifestazione, si sono anche preoccupati di posizionare, in alcuni angoli strategici e fonici del Borgo, piccole installazioni audiovisive, che sono state la colonna sonora della Domenica delle Palme, tanto a Panicale, così come in ogni altro angolo della Terra nel quale, oggi, abbia vissuto un pianista, un musicista e/o un appassionato di musica. Anche il Comune di Panicale non si è voluto, ovviamente, sottrarre all’impegno della causa semplicemente rivoluzionaria, garantendo l’uso del Teatro Cesare Caporali e facendosi rappresentare per l’intera giornata da Sabrina Caciotto, addetta all’Ufficio della Cultura, che ha accolto la troupe della Rai per poi farsi raggiungere da Giselda Marina Bruni, assessore al Turismo, in rappresentanza di Anna Buso, assessore alla Cultura, impossibilitata a presenziare la cerimonia. Una giornata semplicemente bella e memorabile, con i due Maestri che hanno condotto l’intero Borgo umbro altrove, catapultandolo con i loro racconti in dimensioni lontane, apparentemente sconosciute, due epicentri tellurici di vertiginosa scala sismografica che non hanno prodotto alcun danno, né a persone, né a cose, anche in piazza Umberto I, che è il salotto/ingresso di Panicale. Anzi, qualche danno l’han fatto, in verità, ma di quelli da benedire e santificare, quelli che scatenano la voglia di ascoltare musica, perché i segnali di disobbedienza e dissenso, spesso e volentieri, passano proprio da lì, da dove i despoti, che ignorano tutto questo, non pensano nemmeno di allestire barricate a protezione, sentendosi al sicuro. Una tranquillità, invece, che si sbriciolerà con ancor maggiore energia i prossimi 23, 24 e 25 luglio, quando nello stesso Borgo umbro, liberato dalla pandemia, ci auguriamo vivamente, Ponte di Archimede Produzioni e Stazione Utopia, sempre loro, lasceranno che centinaia di artisti invadano, pacificamente, Panicale trasformandola nella Woodstock del terzo millennio, con Effetto 48, due giorni interi, a tutte le ore, di concerti, spettacoli, danze, workshop e tutto quello che si può pensare e fare dal pomeriggio del venerdì, a quello della domenica successiva. Ad accogliere artisti e maestranze ci saranno tutti quelli che c’erano oggi, domenica 28 marzo, per il Piano Day, compresa Imma Di Lillo, la fotografa ufficiale degli eventi (lo scatto, in testa al pezzo, porta la sua firma) e compresa Pirka, una cagna silenziosa, ma onnipresente, che non sa che la padrona, quel nome, gliel’ha dato in memoria dell’unico piatto a suo modo di mangiare commestibile della cucina finlandese, frequentata precedentemente, per impegni d’arte; un nome impronunciabile e pronunciato male, ma che sul quadrupede è diventato Pirka.