di Chiara Savoi
SIENA. Prego si accomodi. Il visore alla sua sinistra per favore. I posti sono liberi. Vada dove vede il visore, ma si sieda affinché il visore sia alla Sua sinistra. Il pubblico è sistemato solo in platea, i palchetti sono vuoti. I turni sono sold out. Devono fare due turni perché in ognuno non possono esserci più di cinquanta persone Poi capirà perché è meglio che non siate troppi. Mi siedo, visore a sinistra. Non prendetelo in mano fino a quando non ve lo diciamo noi. Siamo tutti molto diligenti e ci guardiamo intorno con grandissima curiosità, senza però sapere neanche cosa potremmo chiedere. Una cosa così a Siena non si è mai vista sicuramente. Adesso voi siete qui ma tra 20 minuti sarete tutti da un'altra parte. Sono le 18, arriva una coppia, ma non si siederanno vicini perché durante lo spettacolo non siamo insieme a nessuno, non potremo interagire tra noi e in ogni fila di dieci posti siamo al massimo in tre. Aspettiamo ancora qualcuno e sentiamo chi si mette a parlare di altro per ingannare l'attesa mentre le maschere aiutano gli ultimi due a trovare i loro posti. Finalmente possiamo iniziare. Arriva un operatore che ci spiega che saremo immersi in una realtà virtuale a trecentosessanta gradi e potremo guardare ovunque, ma è importante che i nostri movimenti siano lenti. Se durante la visione dovessimo avere problemi non dovremo toglierci il visore, ma alzare la mano e verrà qualcuno ad aiutarci. La cosa importante è non togliere il visore. Quando tutti vedranno una scritta rossa potremmo iniziare.
A quel punto devono aiutare chi non vede la scritta rossa e siccome siamo in tanti (ecco spiegato perché è bene essere in pochi, altrimenti si perde tantissimo tempo), ci vuole qualche minuto ma dopo un po' possiamo iniziare, indossare anche le cuffie. Un'esperienza bellissima e particolare che mi ha turbato, ma anche pienamente soddisfatto. Il testo di Luigi Pirandello è perfetto: cos'è reale? Cos'è la realtà? La realtà assoluta non esiste, ma è quella che ognuno vuole vedere ed è così come pare a ciascuno. La regia dello spettacolo è di Elio Germano che adatta la storia ai tempi moderni se pur utilizzando una prestigiosa location d'epoca: la bellissima cinquecentesca villa fiorentina tenuta Bossi. E così la storia della signora Frola e di suo genero Ponza prende vita grazie ai pettegolezzi della famiglia borghese che si è fatta tutta una sua idea sul rapporto tra quei due. I due sono arrivati dopo il terremoto della Marsica e sono oggetto di indagini pettegole perché pare che lui tenga segregata la moglie e vada stranamente a trovare ogni giorno sua suocera da solo. Ma la storia può avere tanti risvolti e non ha una sola verità e così la Signora Frola scardina le certezze dei pettegoli borghesi raccontando la sua versione che poi viene nuovamente stravolta dal racconto del Signor Ponza e di nuovo da Frola e di nuovo da Ponza fino a una videochiamata con la moglie di lui/figlia di lei che dice di essere due persone, ma anche una terza che è come si vede lei stessa. Noi siamo il nonno, il patriarca, molto amato e rispettato da tutti e gli attori, bravissimi, lo/ci guardano di continuo. Quindi è vero che vediamo la stanza tramite un visore, ma la vediamo come fossimo nel corpo di uno degli attori e in più, anche se è una visione collettiva, possiamo individualmente scegliere cosa guardare e girare nella stanza a tutto tondo. Improvvisamente, vediamo il nonno allo specchio perché viene spostato dal nipote (Elio Germano stesso) e lo stomaco dei più grandi ha fatto un salto perché ci siamo sentiti trasportare davvero, ma i più giovani, forse, hanno avvertito meno questo nostro turbamento più abituati di noi ai giochi virtuali sui grandi schermi delle loro camere. Il pubblico è a teatro, ma in realtà è nella stanza con gli attori quindi dentro un'altra realtà. Ultima scena; vanno via tutti, spariscono come ologrammi e resta solo la risata del vecchio. Chi siamo noi? Se anche restassi solo IO non sarei più io nel momento in cui mi guardi tu, divento anche io TU. Applausi e sguardi strani, facce sorridenti e confuse. Siamo tutti sicuri di aver assistito a un cambio che non sappiamo dove porterà ma siamo sicuri che questo progetto non si fermerà qui. Alla fine si apre il sipario e mostra le casse delle quinte e i tavoli dove disinfettare i visori e ricaricarli. E anche questa è un'altra realtà.