di Letizia Lupino

PISTOIA. Siamo a metà di una mattinata che promette tempesta, nonostante un caldo sole che filtra dalle ampie finestre della sala. La salta Altana per la precisione che quasi suona come un medicamento ayurvedico e forse in qualche modo, un medicamento, lo è davvero. La Fondazione Pistoia Musei dunque accoglie e presenta Le parole di Hurbinek che farà da apripista a un percorso che dal 18 al 29 gennaio luciderà lo sguardo pistoiese. Una tavola rotonda che, in realtà è rettangolare, accomoda personalità disparate che unendo le forze cercano di creare, di coinvolgere e di innovare. Partendo da Lorenzo Zogheri, Giovanni Capecchi, Ezio Menchi, Gianfranco Gagliardi e Massimo Bucciantini insieme ad altri interessanti attori presenti alla conferenza, facciamo un breve viaggio in un futuro prossimo che profuma di un blando zefiro che sui flutti di un imminente novità spira. Un percorso che viene da un lungo incontrarsi e interfacciarsi per poi progettualizzarsi in quella che sarà una visione originale di un argomento così denso e pesante che corre un brivido al solo pensarci: la Shoah. E allora “Nel mondo che abbiamo oggi sotto gli occhi c’è ancora posto per una riflessione sulla Shoah? Quando tutti i testimoni ci avranno lasciato, ci resterà solo un lontano ricordo, come accade per tanti eventi del secolo scorso, che esauriscono la loro funzione nei piatti e ripetitivi riti della celebrazione? Quali parole, quali immagini, quali spazi dobbiamo inventarci perché tutto questo non accada? Come far sì che quel passato resti carne viva per il presente?

Questo l’assunto che ha dato il via al ripensare il Giorno della Memoria, ormai così prossimo, non più come il compitino da fare per levarselo di lì, ma come qualcosa che ancora pulsa di vita, che come una pianta ha bisogno di cure e attenzioni per poter crescere e maturare quei frutti così vitali per lo sviluppo e il sostentamento. Che, insomma, non si esaurisca in sè stesso evitando il rischio che annoi o peggio ancora che non abbia più nulla da dire. Le parole di Hurbinek vuole dare nuova voce a tutto questo, vuole crederci davvero a una nuova strada che non stringa ma che, anzi, si allarghi per coinvolgere un target sempre più ampio e soprattutto sempre più eterogeneo: Scuola, Teatro e Lezioni Civili. Ampliare il raggio per far sì che diventi esperienza vivida e non più polvere da togliere da una fotografia sbiadita che presto dovrà tornare in un cassetto. Il programma presentato è ricco e articolato in molti incontri che a partire dalle scuole coinvolte (Istituto Marchi di Pescia, gli Istituto Pacini e Istituto scientifico Amedeo di Savoia di Pistoia) sosterà al Saloncino della Musica, alla biblioteca San Giorgio, alla Libreria Lo Spazio per arrivare infine al Funaro di Pistoia dove Archiviozeta, Uthopia e Officina della Cultura cureranno i tre spettacoli proposti in questa dirittura d’arrivo dell’edizione zero della prima iniziativa in tutta Italia volta a capovolgere completamente la fruibilità, soprattutto, ma non solo, per le generazioni più giovani, di un evento senza eguali nella Storia. Ciò che quindi durante la conferenza è parso chiaro e lo è rimasto fino alla fine, è che questo sentiero tracciato per muovere l’ABC dei passi di una mission nuova di zecca è che con questa rivisitazione si punta alla qualità di un’esperienza che rimanga impressa come una molla che sbloccandosi fa fluire l’ingranaggio della coscienza liscio come l’olio e non come uno shock dal quale rifuggire. E ciò che alla fine appare ancora più chiaro è la consapevolezza di sapere che qualcuno, nel corso della settimana di eventi, potrà o vorrà non esserci, ma noi, beh, noi, ci saremo.

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