di Chiara Savoi
SIENA. Machine de cirque (Compagnia nata in Quebec nel 2013) stupisce anche questa volta nello spettacolo Galerie, proposto al Teatro dei Rinnovati, a Siena, unendo in modo sapiente la musica, la pittura, il teatro, la pantomima, la poesia, le acrobazie aeree e l'equilibrismo. Lo spettatore trattiene il fiato quando la colonna di 3 uomini, uno sull'altro, cade in obliquo e torna a respirare quando la vede frantumarsi un attimo prima di toccare terra. Impossibile elencare tutti i giochi acrobatici messi in atto, dalle capriole veloci alla camminata in aria durante una ruota sospesa, dalle colonne umane ai tripli se non quadrupli salti mortali atterrando in equilibrio sulla testa del compagno. Machine de cirque è un progetto straordinario che vede coinvolti artisti circensi provenienti da tutto il mondo, è mescolanza di culture e tradizioni per dare vita a spettacoli che coinvolgono sia il teatro che il circo senza dimenticare il Paese che potrebbe diventare ambasciatore nel mondo di questa antica e fantasiosa specialità: il Quebec. Equilibrismi vertiginosi, poesia, emozioni forti, creazioni ingegnose, intelligenza e grandissimo sense of humor, sono solo alcuni degli ingredienti più succosi della Compagnia. Cosa ci aspettiamo da un loro spettacolo? Ingegno, bravura, risate e profonde riflessioni. Uscendo infatti ci chiediamo cosa abbiamo visto, se frammenti di vita (sanno stare in fila gli uomini? sanno aspettare il loro turno?) oppure la nostra società (in cui l'anticonformista è pesantemente additato dagli altri) oppure esattamente quello che sembra dalla prima scena e dal titolo stesso: spettatori in una Galleria di arte in cui le opere sono grigie e anonime fino a quando arriva qualcuno a scomporre tutto, creando, a ogni spettacolo, una nuova opera pittorica coloratissima.
Belli, eleganti e pronti per il nuovo vernissage, così si presentano i sei acrobati all'inizio dello spettacolo e i flute si trasformano in birilli da lanciare e con cui giocare, anzi da far cadutare come suggerisce la polistrumentista quando fuori scena dà gli ordini in una lingua che sembra gramelot. E lo spettatore si ritrova coinvolto in un continuo passaggio tra ciò che potrebbe essere e ciò che sembra (complice anche lo specchio che permette un'altra visione, un'altra prospettiva, un altro occhio), tra ciò che pare impossibile e ciò che puoi solo sognare ed è inutile cercare di capire tutto: bisogna lasciare l'arte fluire, in un caleidoscopio di giochi e suggestioni assolutamente incredibili. Come si apparecchia una tavola? I Machine de cirque ve lo mostrano, ma vi faranno vedere anche come sparecchiarla e anche questo diventa un gioco perché la quotidianità è impossessata di circo e il circo è contaminato dalla vita di ogni giorno: due mondi in continuo dialogo per tutta la durata (poco meno di un’ora e mezzo) dello spettacolo. Immaginate di essere invitati a una mostra - dice il regista - Vestiti eleganti, volti in alto, flute di champagne in mano e musica classica in sordina vi circondano. Ma sotto i vostri occhi, i vestiti cambiano colore, i pennelli sostituiscono i flute, i volti si abbassano e gli occhi si accendono. Ora fate parte della creazione». Dove è finito il decoro? Nei pop corn, sicuramente!