di Simona Priami
PISTOIA. Per la rassegna Spazi Aperti, Estate da vivere, nella suggestiva Fortezza medicea Santa Barbara a Pistoia, Marco Marzocca ha presentato a un pubblico numeroso e partecipe uno spettacolo, piacevole e brillante, dal titolo Chi me lo ha fatto fare. L’attore romano racconta, senza filtri, la sua vita con entusiasmo, spontaneità, esuberanza e con quella sua comicità iperbolica e paradossale che lo caratterizza e nella quale, per citare un altro grande cultore delle sfaccettature dell’umorismo, ci sta come di casa (Italo Calvino). Marzocca attore, autore con lunga esperienza di vita artistica, mai scritta, ma vissuta profondamente nel cinema, nel teatro, alla radio, in televisione, racconta con estrema simpatia e coinvolgimento la sua vita, le sue trasformazioni, la sua crescita, le sue esperienze personali e lavorative, i vari lavori, gli studi, le amicizie, gli amori, i fallimenti, le vittorie e tutti i suoi espressivi e divertenti personaggi; grande e variegata esperienza, ma il suo elemento costante, il comune denominatore, è sempre stato il comico, la chiave di lettura delle menti brillanti. Lo spettatore, immerso nel fascino misterioso e accogliente della Fortezza, osserva la particolare scenografia dove un camerino, luogo simbolo dell’attore, è riempito di oggetti colorati vicini al mondo di Marco, posti in modo disordinato: un attaccapanni con vestiti curiosi di scena, una scala con tunica bianca, una valigia, uno specchio con luci e poi parrucche, occhiali, maschere. Arriva trafelato e stanco Marzocca che, dopo un ipotetico spettacolo, ringrazia il suo pubblico e definisce il suo lavoro uno dei mestieri più belli del mondo; così inizia una coinvolgente immersione nella sua eclettica vita, un percorso spontaneo, in cui i suoi atti puerili e le cadute vengono descritte con l’arma vincente dell’intelligenza, cioè l’autoironia; l’attore si confronta con gli studi e i vari lavori che ha fatto, riconoscendone il valore e l’importanza nel suo vario e disomogeneo percorso di formazione. Marco avrebbe dovuto diventare farmacista; studia elettronica in un istituto tecnico, la sua passione, diventa disc jockey per farsi notare e conoscere ragazze, si innamora poi, con gaudio della famiglia, diventa farmacista e qui parte la simpaticissima carrellata di clienti spontanei e strani con cui viene in contatto; comincia a giocare, fare TV e video poi arriva il mentore Corrado Guzzanti e la prima esperienza importante. Attraverso la sua eccellente dialettica e gestualità, il suo divertentissimo accento romano, ecco che arrivano i suoi famosi personaggi, il dolcissimo bambino Michelino; Cassiodoro, il picchiatore unico con la famosa società Ti devo menare SRL, tanta allegria e risate con il piatto vegano; il notaio burbero e moralista, brontolone, ai miei tempi …. Tra un’imitazione e l’altra emergono messaggi profondi e perspicaci: oggi non abbiamo più tempo, siamo stressati e l’ansia non serve a nulla. Inoltre l’attore instancabile ricorda programmi importanti che hanno segnato la nostra storia e quella della televisione italiana come Zelig, Distretto di polizia, l’Ottavo nano. Uno spettacolo aperto in cui l’attore interagisce costantemente con il pubblico che, ritrovandosi e sentendosi vicino alle cadute, alle sconfitte e alle delusioni descritte, interviene in uno scambio brillante di battute, durante quella che è stata una piacevole serata di condivisione e risate. Come diceva Freud: l’umorismo è il più potente meccanismo di difesa, ma è l’umorismo rivolto verso noi stessi che custodisce il segreto della felicità e inoltre beato chi riesce a fare autoironia, si divertirà tutta la vita!