PISTOIA. La cosa veramente straordinaria è che i cinque acrobati, cromati in varie sfumature tutte tendenti al nero, sono del Kenia e nella storia circense, nonostante se ne sia quasi del tutto a digiuno, di geniali, inimitabili e incredibili saltimbanchi africani ne avevamo sentito parlare assai raramente. Ma di loro, Bilal Musa Huka, Rashid Amini Kulembwa, Seif Mohamed Mlevi, Mohamed Salim Mwakidudu e Peter Mnyamosi Obunde, anche Pistoia, d’ora in poi, potrà fregiarsi di averli visti all’opera e ne parlerà con accenti entusiasti. Anche Pistoia perché dei Black Blues Brothers e il loro spettacolo Let’s twist again, ne parla ormai tutto il Mondo, visto che prima di arrivare ieri sera alla Fortezza Santa Barbara, all’interno della rassegna estiva dei Teatri di Pistoia Spazi Aperti, i cinque kenioti sono reduci da ottocento esibizioni effettuate praticamente a ogni latitudine del globo, incontrando, tra le centinaia di migliaia di esterrefatti e incantati spettatori, anche applausi particolarmente pregiati, come quelli che hanno loro tributato il Principe Alberto e la Principessa Stéphanie di Monaco, la famiglia Reale Inglese e Papa Francesco. Ma al di là degli apprezzamenti dei Lord e del segretario di dio, vi possiamo assicurare che l’esibizione, anche da un’ottica anarcolaica, è veramente straordinaria. Sul palco, una riproduzione di una stazione ferroviaria, tra i binari 7 e 8, con tanto di passaggio a livello, una cabina telefonica, tavoli e sedie e un juke box. Siamo negli Stati Uniti, siamo negli anni ’50 e l’aria musicale è quella di quel meraviglio decennio: Twistin’ the night away, Blue Moon, Just a gigolo. Ma il minutaggio di quelle canzoni non basterebbe a colmare il sottofondo dell’intera rappresentazione. E allora, ancora tributi indimenticabili, con alcuni brani, suonati dall’unico elettrodomestico melodico, di stelle firmamentarie dell’olimpo delle note: Elvis Presley, Aretha Franklin, Chubby Checker, Glenn Miller ed Emerson Lake Palmer. Loro, i cinque B.B.B. si sono presentati abbigliati stile Bogart, con tanto di trench, cravatta, gilet, bretelle e cappello. Ma dopo essersi riscaldati, sono rimasti a torso nudo; lo han fatto per mostrare tartarughe impressionanti, anche, ma soprattutto, perché per andare a fare quello che han fatto successivamente, occorreva che fossero sufficientemente liberi di strabiliare. Corpi di rara elasticità, potenze impressionanti, incredibili muscolature e una sintonia ginnica da far accapponare la pelle. Sarebbe bastato un impercettibile contrattempo ritmico, un’invisibile sbavatura, una letale titubanza perché lo spettacolo, invece che raccogliere applausi a scena aperta come si conviene al Circo, si sarebbe inorridito al cospetto di una tragedia. Nulla, si sono arrampicati per circa un’ora uno sopra l’altro, abbattendo, sistematicamente, le leggi della fisica e della chimica, restando sospesi a tre, quattro metri d’altezza, confidando, unicamente, sui propri straordinari mezzi atletici. Lo spettacolo (termine che in questo caso ha tutta la ragione di essere scritto) è firmato da Alexander Sunny (produttore di show di successo e curatore di speciali TV sul Cirque du Soleil) e raccoglie, ovunque faccia sosta, naturali e insindacabili tutto esaurito: Pistoia, anche stavolta, si è dimostrata all’altezza della situazione, non lasciandosi ingannare dal plebiscito internazionale e lasciando metà poltrone della platea vuote.

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