FIRENZE. Non vi lasciate ingannare dai paraventi colorati, di carioca memoria, che adornano ogni terrazzo del complesso edilizio di via Liguria, alle Piagge, periferia ovest di Firenze. L’aria che si respira, in quel suburbio, nonostante da tempo la mano di don Alessandro Santoro abbia già fatto la Rivoluzione, è ancora quella di un ghetto, con tutti i suoi crismi: architettura, residenti, ma soprattutto l’aria. E nemmeno oggi pomeriggio, quando al civico 10 di via Liguria sono arrivati quelli di Stazione Utopia, a stravolgere l’ordinario nichilismo dell’intero agglomerato, nemmeno i condomini occupati e violentati da danzattrici, danzattori, scenografi e operatori culturali, si sono sentiti in diritto di rivendicare, proprio come fanno, con estrema naturalezza, quelli che vivono in altri quartieri, uno spazio che esuli dalla semplice sopravvivenza che costringe tutti a condividere affitti, parcheggi e zone di ricreazione in sistematica coabitazione con criminalità, gioco del calcio e gratta e vinci. Qualcuno, però, di quelli che in via Liguria 10, alle Piagge, nella migliore delle ipotesi, ci morirà di vecchiaia, sognando di trasferirsi altrove, oggi pomeriggio, invece che andare a fare la spesa alla Coop, soprattutto approfittando della tregua metereologica, ha deciso di fermarsi nella tromba delle scale dal piano terra al quinto per cercare di capire perché, invece che in un teatro o in uno spazio consono, quei ragazzi, giovanissimi e uno più bravo dell’altro, abbiano deciso di mettersi a danzare sui pianerottoli. Le nove performance, battezzate dalla politica cittadina che ha inviato in loco, come timbro di avvenuto sodalizio, il vice sindaco di Firenze e il Presidente del V° dipartimento cittadino, hanno seguito un percorso ascensionale: dal piano terra al quinto e relativa discesa, con addetti ai lavori, spettatori consapevoli e altri occasionali, perché condomini, che ogni dieci minuti, finito di applaudire l’esibizione appena terminata, cercavano spazio e posti ideali per assistere alla successiva. Per questo, non potremo non parlarvi di Alice Catapano e Matteo Capetola, che per avvinghiarsi, combattere, cercare di riappacificarsi, ma per poi tornare a scontrarsi e poi finalmente abbracciarsi, sono dovuti salire fino al quinto piano. Le esibizioni sono partite dall’ingresso, con un tartan nero appoggiato per terra davanti ai due ascensori. In completa tenuta viola, dubitando di qualsiasi omaggio calcistico, Matilde Di Ciolo e Francesca Capurso hanno prima cercato all’unisono i tempi di reazione, per poi decidere di partorire o scegliendo invece, come dolore alternativo alle doglie, quello di trascinarsi, senza l’uso degli arti inferiori, dalla guerra che scoppia alle porte di qualsiasi città. Il condominio, giustamente, ha continuato, imperterrito, a vivere la propria giornata e durante l’esibizione, dalle porte automatiche degli ascensori, sono apparsi condomini che per la prima volta nella loro vita da quando vivono lì, al civico 10 di via Liguria, alle Piagge, si sono sentiti in imbarazzo, come se fossero proprio loro, residenti da molti anni, i veri visitatori, autocostringendosi a scusarsi e chiedere permesso per uscire in strada. Con le performance successive, dal primo piano in su, la convivenza con gli abitanti è stata meno traumatica, anche se dagli androni, per arrivare agli ascensori o alle scale, ogni condomino deve per forza di cose passare dal pianerottolo, dove, su quello del primo piano, c’era Veronica Galdo, di bianco vestita, sollecitata da scatti fotografici in sequenza o scosse con elettrodi che ha dovuto, scomodando la dura linea delle donne in carriera artistica, trascorrere dieci minuti abbondanti della propria esistenza facendo andirivieni sulla passerella. Lo stesso è successo, seppur su altre tematiche, con diverse impostazioni atletiche e alla ricerca di altre risposte, con le esibizioni di Beatrice Ciattini, Sofia Bonetti, Chiara Casiraghi, Cristina Acri, tutte disegnate (non fate accoppiamenti artistici, li citiamo alla rinfusa) da Carmine Catalano, Rosario Guerra, Roberto Doveri, Aldo Nolli, Giovanni Insaudo, chiedendo, qui e ora, scusa a tutti quelli non citati. Ma se questa sera, uno solo di quelli che abitano al civico 10 di via Liguria, nel quartiere delle Piagge, dovesse chiedere, a cena, ai propri genitori, di voler studiare danza, beh, ve lo assicuriamo, sarebbe qualcosa di semplicemente straordinario.

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