di Dario Monticelli

LIVORNO. Nella rimodernata struttura ottocentesca che prende il nome di Nuovo Teatro delle Commedie, uno dei più dinamici poli culturali e di aggregazione e perché no, divertimento cittadini, venerdì 21 ottobre serata doppia nel contesto del Little Bit Festival. Formula fortunata e invitante, due spettacoli a prezzo scontatissimo. Andiamo a parlare del primo di questi. Recital Pasolini, corsaro vero, lettura liberamente ispirata a due famigerati editoriali del maestro, a suo tempo pubblicati sul Corriere della Sera, quello del 7 gennaio 1973 Contro i capelli lunghi e quello del 14 novembre 1974 Cos’è questo golpe? Io so. Non da tutti riconosciuto come tale, grande scandalizzatore, spesso giustamente recuperato, Pasolini è una figura chiave e tra le più eccelse del panorama intellettuale italiano moderno. Fatevene una ragione. Acuto, pungente, sensibile, scomodo, profetico come pochi. Ma al di là del contenuto degli editoriali (che invitiamo comunque a leggere, diremmo quasi con cadenza regolare, a costante promemoria di chi eravamo, ma viene da dire di chi siamo e di chi purtroppo siamo condannati a rimanere, come popolo italiano), non si limitano a fare da megafono, ma anzi sono protagonisti vivi, la voce di Aldo Galeazzi (noto poeta livornese) e le atmosfere sonore e musicali realizzate live da Mirko Sarti, mai invadenti e perfette nel calarci nello stato d’animo del testo e dei suoi accenti.

Due tra gli ultimi corsari di questa città un po’ piratesca, ancora un poco, per fortuna. Alle loro spalle un sipario quasi aperto, un drappeggio squarciato di rosso vivo. Davanti a loro un ipotetico altro sipario rosso, tra loro e noi, come in un infinito gioco di specchi contrapposti. Viene in mente e si sente parlare di Partito Comunista Italiano, dal quale Pasolini venne espulso in gioventù a causa della sua libertina omosessualità, quel partito che nell’editoriale si accusa e si sprona. Come a chi si vuol bene. Aldo Galeazzi minaccia di abbandonare per sempre le scene dopo questa performance; ci auguriamo sia una provocazione, magari un colpo di teatro ad hoc: cancellarsi dalle scene dopo questo grido di denuncia, con la sua voce grave e caramellosa, impastata di sdegno e rassegnazione, come Pasolini venne cancellato fisicamente per le sue prese di posizione e le sue inequivocabili denunce (e adesso non potrete più fare a meno di leggere il romanzo Petrolio, edito postumo da Einaudi). 

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