di Alagia Scardigli

PESCIA (PT). Si spengono le luci, inizia quello che sembra la copertina di Treasure, l'album dell'84 dei Cocteau Twins. Viola (Ambra Chiara Michelangeli) e violoncello (Laura Bisceglia) da una parte - il sogno -, la drammaturgia sonora a fianco, la sperimentazione. In mezzo, la visione. Paradiso XXXIII, di e con Elio Germano e Teho Teardo, al Teatro Pacini di Pescia, é uno spettacolo il cui solo testo dell'ultimo canto della Divina Commedia, recitato dalla voce anacronistica di Elio Germano, sarebbe potuto bastare per riempire la sala; ma lo spettacolo audio-visivo ha reso la visione dell'immensità un concerto new wave, in cui i tre cerchi diventano la leggendaria copertina di Blue Monday dei New Order. La scena descritta da Dante Alighieri, già di per sé onirica, diventa un'esperienza teatrale, musicale, cinematografica e strumentale, pienamente calata nella mente di un ragazzo del 1983, come è il nostro Elio Germano: la sola generazione che, sperimentata la fine della storia (anche quella della musica), può vivere l'approdo in Paradiso come un momento trascendentale simile a quello trasmesso dalla musica industrial, che, complementariamente, sembra la discesa agli Inferi. Quando il nostro Elio-Dante compie il suo viaggio celeste, sta in realtà entrando nell'iconica copertina di Aenima, l'album dei Tool del 1996. Le macchie bianche e nere, tipiche di chi è a metà tra il sonno e la veglia, che ci accompagnano per il viaggio, sembrano uscire direttamente dal cerchio bianco e nero di The Sky's gone out (Bauhaus, 1982). Insomma, per gli amanti del genere, un'esperienza da assaporare. Ma il bello di Dante è che, anche per chi non è un amante del genere, né ha idea di cosa noi si stia scrivendo, lo spettacolo merita comunque, perché il testo di Dante, interpretato da Elio Germano, sarà, qualsiasi sia il vostro gruppo preferito, musica per le vostre orecchie.

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