di Saverio Barsanti
Stupito e sconvolto! Questo da ieri è il mio stato d'animo dopo che ho appreso della scomparsa di Luca De Filippo.
Non posso dire che ero amico di Luca, nonostante le sue numerosissime presenze al Manzoni (e per tre volte aveva scelto di debuttare a Pistoia, sempre curiosamente con testi contemporanei, mai del padre: Cerami, Lina Wermuller e la curiosa ri-scrittura di Tartufo fatta da Enzo Moscato). Non ci avevo mai cenato assieme, nè preso aperitivi o passeggiato: il nostro rapporto si era sempre fermato davanti a quel suo essere riservato, schivo, ma con una luce acuta negli occhi che ti portava a portare rispetto al suo modo di essere.
Un'intesa fatta di poche parole, occhiate d'intesa senza bisogno di parlare troppo. E da qualche anno la sua umanità e la sua semplicità erano 'mediate' dall'allegria e dall'esuberante schiettezza, partenopea, di Carolina, con cui la simpatia reciproca era scattata subito. Per tutte queste sue qualità, trasmesse al pubblico in tutte le sue interpretazioni, tutti noi, anche al Manzoni, da oggi siamo più poveri.
Saluto un grande artista e soprattutto un uomo che ci ha lasciato e abbraccio Carolina.
