di Luigi Scardigli

PISTOIA. E’ anche molto difficile spiegarlo, Ti regalo la mia morte, Veronika. Anche gli stessi protagonisti della rappresentazione che sarà al Teatro Manzoni fino a domani pomeriggio, orfani del regista Antonio Latella, non hanno le idee chiarissime su quello che stanno facendo. Perché se le avessero, probabilmente, non riuscirebbero a calarsi ognuno di loro nel proprio personaggio, che è lo stesso della protagonista moltiplicato in tutte le sue proiezioni.

Anche nel tardo pomeriggio di oggi, alla libreria Lo Spazio in via dell’Ospizio, a Pistoia, dove lo staff artistico si è incontrato con i curiosi del sabato a teatro, Monica Piseddu, la protagonista, e tutti gli altri indispensabili comprimari alla sua straordinaria performance, hanno chiaramente dimostrato di essere ancora alla ricerca di loro stessi calati in questa originalissima realtà teatrale.

A scatenare l’inferno e a mischiare ulteriormente le carte in tavola di una rappresentazione che si aggroviglia su se stessa senza per questo rimanerne avviluppata, ci ha pensato il collega Simone Nebbia, che è riuscito, senza dare le spalle a nessuno, a coinvolgere nella chiacchierata pomeridiana tutti gli artefici del palcoscenico, dando, inevitabilmente, la precedenza a Monica Piseddu, che ha tenuto a sottolineare, prima che l’incontro entrasse nel vivo delle conversazioni, come protagonisti, di questo lavoro, siano indiscutibilmente e indispensabilmente tutti quelli che calcano la scena.

Concordiamo pienamente con la chiarezza, la responsabilità, la forza e il fascino di Monica Piseddu, fresca vincitrice del premio Ubu 2015 come migliore attrice grazie proprio al lavoro che sta portando in giro con i suoi affiatatissimi colleghi, perché questo riadattamento di Antonio Latella della pellicola di Rainer Werner Fassbinder, è veramente uno sforzo titanico di sovrapposizioni dove nessuno, o meglio, tutti, giocano un ruolo decisivo.

 

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