di Luigi Scardigli
PISTOIA. Ancora qualche decennio e poi, Il Bugiardo, festeggia tre secoli. Carlo Goldoni, probabilmente, non dovrebbe immalinconirsi se le compagnie teatrali iniziassero ad ignorarlo, in particolare in questa sua commedia. La storia delle spiritose invenzioni architettate da Lelio Bisognosi, eufemismo che sottende menzogne belle e buone, ha fatto il suo tempo, almeno sul palcoscenico; decisamente meno nella storia degli uomini, nella quale, invece, ancora spadroneggiano impunite, e non solo per accattivarsi amicizie femminili.
Lo staff artistico, oltretutto, quello che domenica 17 aprile ha chiuso l’ultimo trittico stagionale del teatro Manzoni, a Pistoia, è uno di quelli che ha bisogno di ben pochi suggerimenti quanto a spettacolo: dagli adattatori, Alfredo Arias (che firma anche la regìa) e Geppy Gleijeses, al resto della compagnia; Andrea Giordana e il figlio Luchino, il figlio dell’altro adattatore, Lorenzo, Marianella Bargilli, Mauro Gioia, Valeria Contadino e Luciana D’Amico. Che hanno anche provato a movimentare, con un coraggioso adattamento spazio-temporale, le vicende immaginate dall’autore alla metà del XVIII secolo, finendo per non essere abbastanza veritieri rispetto al testo e non sufficientemente coraggiosi nel manometterlo. La stagione teatrale però, ultima prima di un’investitura particolarmente affascinante, quella della nomina di Pistoia a capitale della cultura per l’anno che verrà, è stata decisamente positiva, impreziosita inolotre dalla produzione degli Omini e della loro Ci scusiamo per il disagio: dal Prezzo di Miller con la coppia navigatissima Orsini-Popolizio, alla stratosferica Monica Piseddu protagonista assoluta di Ti regalo la mia morte, Veronica, passando attraverso la gradita leggerezza di Solfrizzi, in Sarto per Signora a quella semiseria, garantita in Chi è di scena, da Alessandro Benvenuti, senza dimenticare il magnifico duetto femminile che balla con Scommegna-Paiato, la gradevole rilettura ibseniana di Casa di Bambola di Roberto Valerio, la commovente riproposta di Non ti pago senza Luca fino ad arrivare allo spettacolo della stagione, il reading dello Straniero di Camus affidato alla macchina da guerra teatrale Fabrizio Gifuni. Un paio di spettacoli che ci siamo non a caso dimenticati hanno completato l’offerta dell’Atp, che continua, oggettivamente, ad essere una delle poche e ultime realtà sulla scena italiana a garantire un servizio culturale degno di tale definizione.
